mercoledì 28 agosto 2019
I dem vogliono "smontare" le due misure-simbolo, M5s fa muro L’idea: un sottosegretario all’Economia solidale. Stretta su false coop, piano da 2 miliardi per la disabilità. Ma tutto «a saldo zero»
Graziano Delrio, Pd (Ansa)

Graziano Delrio, Pd (Ansa)

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Il primo tavolo tra i capigruppo di M5s e Pd sul programma ha prodotto un esito prevedibile: molto vicine le proposte su cuneo fiscale e assegno unico per la famiglia, distanze rilevanti sulle due misure simbolo del governo gialloverde, Reddito di cittadinanza e quota 100. Oltre è difficile andare, perché buona parte del lavoro programmatico sarà svolto dopo l’eventuale incarico-bis a Giuseppe Conte. Ma soprattutto, l’esercizio rischia di essere fine a se stesso sino a quando non si capiranno i reali margini di manovra con l’Europa sui saldi per il 2020, da cui tutto discende: la possibilità di scongiurare gli aumenti Iva, di mantenere le misure introdotte nel 2019 e provare a dare qualche segno "nuovo". Per il momento, le proposte di M5s e Pd sono «a saldo zero», prevedono cioè la copertura tramite il taglio delle agevolazioni fiscali. Riforme che quindi non sono destinate a "mettere soldi in tasca" a meno che l’Ue non consenta di spendere.

Cuneo e famiglia, bozze simili
Come atteso, sulla riduzione del costo del lavoro per le imprese e i lavoratori e sull’assegno unico alle famiglie con figli, le bozze di M5s e Pd risultano quasi sovrapponibili. Sul cuneo, in particolare, ci si limita ad annunciare un intervento senza specificare il "se" e il "come". Sulla famiglia, invece, ci sono vari progetti di legge già depositati. Il ddl-Lepri per il Pd, l’assegno unico promesso da Di Maio prima delle Europee. Il concetto, dicono le prime bozze uscite dall’incontro tra i capigruppo, è uno strumento «universale», «crescente al numero dei figli», «commisurata alla condizione economica» e che «aggrega l’attuale assegno al nucleo e le detrazioni per i familiari a carico». Una riforma a saldo zero, in cui le risorse aggiuntive arriverebbero solo negli anni seguenti. Sul mercato del lavoro, il Pd vuole correggere il dl-dignità lasciando autonomia alle parti sociali nella determinazione delle causali per i contratti a termine.

Il Pd: Reddito e quota 100, non va
Almeno nella fase iniziale del negoziato programmatico i dem vogliono tenere il punto su Reddito di cittadinanza e quota 100. Ieri Delrio, Marcucci e Paola De Micheli hanno riportato la linea dem: «monitorare» sia Rei sia Reddito, perché «un unico strumento aumenta lo sfruttamento del lavoro per le mansioni a basso reddito», dai part-time involontari alle false partite Iva. Il Pd vede binari differenziati, andando a smontare la riforma simbolo di M5s. Ovviamente è giunto un «no» netto. Su quota 100, M5s è prudente, ma i dem sono netta: è «iniqua, aumenta le disuguaglianze, è una lotteria temporanea». Meglio rendere strutturale l’Ape social. Su questo M5s è molto dubbioso. Sintonia sulla pensione di garanzia per i giovani destinati a carriere discontinue.

Sottosegretario alla Sostenibilità, stretta sulle false coop
Una delle poche "visioni" delle bozze programmatiche è la proposta di istituire al Tesoro un sottosegretario all’Economia sociale e solidale sul modello di quello francese, dando valore «non solo al profitto ma anche al benessere e al valore sociale». Per il Terzo settore, si vuole riprendere tra le mani la riforma inattuata e si promette una «stretta» sulle false coop: più vigilanza e cancellazione dall’albo nei casi più gravi.

Disabilità, indennità di cura e deduzione del costo del lavoro
Si lavora ad una indennità di cura superiore all’attuale indennità di accompagnamento, in alcuni casi più gravi sino al doppio. Il costo è di 2 miliardi ma, come detto, li si prenderebbero dalla revisione delle agevolazioni fiscali. Altra ipotesi, la deduzione totale del costo del lavoro (contributi, Tfr e stipendio) di colf, badanti e baby sitter regolari.



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