mercoledì 24 ottobre 2018
Confermata la "riffa" di Stato, parte nel 2020. E non vale il divieto di pubblicità. Manovra, il testo ancora non arriva alle Camere
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La notizia è all’articolo 18 del decreto fiscale da poco pubblicato in Gazzetta ufficiale e ora all’esame delle Camere: la "lotteria degli scontrini", prevista dalla manova 2016 ma mai entrata in vigore, partirà il primo gennaio 2020 con il nuovo nome di "lotteria dei corrispettivi".

«I contribuenti – è scritto nel decreto –, persone fisiche maggiorenni residenti nel territorio dello Stato, che effettuano acquisti di beni o servizi, fuori dall’esercizio di attività di impresa, arte o professione, presso esercenti che trasmettono telematicamente i corrispettivi, possono partecipare all’estrazione a sorte di premi attribuiti nel quadro di una lotteria nazionale. Per partecipare all’estrazione è necessario che i contribuenti, al momento dell’acquisto, comunichino il proprio codice fiscale all’esercente e che quest’ultimo trasmetta all’Agenzia delle entrate i dati della singola cessione o prestazione».

L’intervento può essere letto come un incentivo a contrastare l’evasione ed è collegato all’entrata in vigore della fatturazione elettronica "universale". Tuttavia la lotteria, gestita dai Monopoli, godrà di un singolare beneficio: potrà essere liberamente pubblicizzata perché non varrà il divieto "tombale" degli spot e sponsorizzazioni istituito con il decreto-dignità. Il Mef finanzia inoltre la "riffa" con una dotazione di 3 milioni per il 2020 e 6 per il 2021 necessaria per «l’attribuzione dei premi e le spese amministrative».

Si tratta di un intervento in continuità con i governi precedenti, che hanno pensato ad una lotteria collegata agli scontrini. Così come è in continuità con gli esecutivi della scorsa legislatura l’ipotesi, contenuta nella legge di bilancio, di aumentare di 0,5 punti la tassazione sul Preu, il prelievo unico su slot e Vlt. Da un lato, insomma, si "punisce" il settore aumentando il carico fiscale, dall’altro però, implicitamente, si confida sul fatto che il settore "tenga" e che i proventi del Preu possano finanziare altre misure economiche. Scelte che cadono mentre inizia in Senato il cammino del ddl-Pillon di contrasto alle ludopatie che prevede, tra l’altro, una riduzione di orari di apertura delle sale-giochi (10-13, 17-22). Iniziative dunque che viaggiano parallelamente.

Niente più del maggior carico sul Preu è invece previsto in manovra: a questo proposito, il ddl-bilancio ancora non è stato presentato alle Camere, nonostante siano trascorsi giorni dalla scadenza consuetudinaria del 20 ottobre. L’esame parlamentare, alla luce di questo ritardo, rischia di essere più contingentato del solito.

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