sabato 14 novembre 2020
Campania e Toscana vanno in are rossa. De Luca: non mi fido più del governo. Di Maio: fa solo sceneggiate. Malgrado le ordinanze varate giovedì, Emilia Romagna e Friuli V. G. slittano in arancione
Controlli anti-Covid all'aeroporto di Fiumicino

Controlli anti-Covid all'aeroporto di Fiumicino - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Si fa prima a elencare chi è rimasto in zona gialla: Lazio, Veneto (che però ha rafforzato le misure), Molise, Sardegna e provincia di Trento. Il resto dell’Italia è rosso-arancione: oltre 45 milioni di persone in regime rigido e rigidissimo. Ieri la consueta catena tra cabina di regia interistituzionale, Comitato tecnico-scientifico e ministero della Salute ha prodotto due passaggi in zona rossa pesanti e gravidi di conseguenze politiche e sociali: si tratta della Toscana e della Campania, che 'raggiungono' Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano. E altre tre Regioni, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche passano in 'arancione' dove già si trovano da una settimana Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria.

Sin dal mattino il premier Conte ci aveva tenuto a ribadire che il meccanismo delle fasce funziona con il 'metodo scientifico', quindi senza margini di discrezionalità. Eppure le polemiche si moltiplicano, anziché spegnersi. Soprattutto con la Campania di Vincenzo De Luca. Il governatore nel giro di un mese è passato dal minacciare un autolockdown a subìre la stretta di Roma sulla sua Regione. In mezzo, le proteste di Napoli, le scene dagli ospedali campani, la battaglia politica furiosa con M5s e con il sindaco di Napoli De Magistris. Ieri De Luca, nella consueta diretta Facebook del venerdì, ha alzato i toni e al contempo annunciato 'bandiera bianca' rispetto all’imminente ordinanza di Speranza. De Luca dice che «Di Maio lo irrita solo a nominarlo», che sarebbe meglio un «governo di unità nazionale », che non si fida di Roma e che dell’attuale esecutivo salva 3-4 ministri. Una frattura totale. Considerando che Di Maio, mentre M5s si intesta la scelta della zona rossa campana, restituisce pan per focaccia: «Le sceneggiate di De Luca le pagano i campani». Nell’intervallo del duello De Luca-Di Maio, De Magistris si inserisce annunciando una sua ordinanza poi ritirata per il sopraggiungere della zona rossa. Caotici pasticci che non cambiano la scena: da domani in Campania bar e ristoranti chiusi insieme a gran parte dei negozi e stop alla mobilità salvo lavoro e altre priorità. Con un’incognita, tra l’altro: la zona rossa prevederebbe la scuola in presenza per elementari e prima media, che invece De Luca ha 'chiuso' da diverse settimane. Vedremo oggi se il governatore, a questo punto, si 'rassegna' alle misure nazionali.

In realtà, anche il toscano Giani esprime 'amarezza', ma evita polemiche più aspre. Conte e Speranza, dal loro punto di vista, esprimono un lieve ottimismo per gli ultimi dati. In serata, al Tg1, il ministro della Salute ricorda che le fasce «non sono pagelle», conferma che l’indice Rt è sceso all’1,43 e si sbilancia: «Ci aspettano mesi duri, ma vedo la luce in fondo al tunnel». Certo dei dubbi permangono sul meccanismo delle fasce, specie perché alcune delle Regioni che ieri hanno avuto il 'downgrade' avevano appena varato ordinanze d’intesa con lo stesso Speranza. Per il friulano Fedriga, ad esempio, l’arancione alla sua terra è «incomprensibile».

Deve avere avuto un ruolo nei nuovi passaggi di fascia anche la decisione di ricorrere a un nuovo scostamento del deficit per finanziare i ristori, la cui entità crescerà mano a mano che pezzi di Paese entrano nelle zone rosse e arancioni. In serata, Conte rassicura i ristoratori parlando di 'rimborsi ingenti', d’altra parte l’ulteriore sforamento serve a questo. E alla luce del risultato non brillante del Btp Futura, dopo gli Stati generali 5s potrebbe riaprirsi la strada del Mes, con il quale si libererebbero risorse ora investite nella spesa sanitaria.

Per Emilia, Friuli e Marche il nuovo regime arancione comporta restrizioni agli spostamenti intercomunali e la chiusura di bar e ristoranti. E annulla di fatto le ordinanze appena varate. Mentre le regioni gialle, Lazio in primis, provano a muoversi in proprio per evitare l’escalation: Zingaretti, ad esempio, stoppa i mercati domenicali e chiudi i negozi di grandi dimensioni.

E mentre ormai si dà per scontata la proroga del Dpcm dal 3 al 18 dicembre, il governo ha già iniziato a lavorare al Dpcm-Natale. Sino al vaccino, l'Italia non avrà più un'alternanza di chiusure e aperture, ma un regime costante di restrizioni più o meno dure.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: