giovedì 29 agosto 2013
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Caro direttore,sono una donna e madre di 46 anni. Mio marito, nel 2000, morì a soli 35 anni, lasciandomi incinta di sette mesi e con un bambino di tre anni appena. Il cancro lo consumò in poco tempo. Vivo e lavoro per i miei figli. Purtroppo, come tante altre mamme, sono impaurita e ansiosa. Possibile, mi chiedo, che dopo tante denunce, manifestazioni, convegni, la mia nazione ancora non si decide a volgere seriamente lo sguardo su questo territorio “maledetto?”. Ad Acerra, lunedì 26 agosto, è morta Tonia, una bambina di sei anni. Immagini lei come possiamo sentirci, noi mamme. Come fare, direttore? A chi dobbiamo rivolgerci per avere ascolto? Ai piedi di chi dobbiamo andare a gettarci? Ci aiuti lei. Ci indichi una strada. Ci consigli. Ci dia un poco di speranza. La ringrazio per ciò che il suo giornale ha fatto e sta facendo per noi.Rossella Martone
Non ho consigli da dare, cara signora Rossella. Ma con i miei colleghi, e grazie al mio editore, ho un giornale da fare a occhi aperti e parole disarmate eppure, ogni volta che serve, sguainate. Non ci rassegniamo alle disumanità, comunque e dovunque compiute. Per questo la voce di “Avvenire” si accorda alla sua e, da più di un anno, è stabilmente unita a quella delle vostre famiglie e comunità civili e cristiane, amplificandola per quanto si può, insistento e sperando che finalmente ne vengano scosse le coscienze di tutti noi italiani e di chi, a ogni livello, ci rappresenta e ci governa. Per questo, insieme, abbiamo raccontato e raccontiamo fatti e misfatti della “Terra dei fuochi”, inseguendo quelli che, nel bene e nel male, hanno potere e continuano a distruggere per abuso (i malavitosi) o per abbandono (i governanti) quel pezzo della nostra Italia e il popolo che ci vive, che fa la propria parte con tenacia e non vuole più saperne della morsa mortale di ignavi, delinquenti e affaristi senza scrupoli. Grazie a lei, perciò, cara amica, per il dolore che sopporta con dignità e per la forza che conserva, per la speranza alla quale non vuol rinunciare. Penso che l’unica risposta non retorica alle domande che mi rivolge sia un semplice atto: girare quelle stesse domande, nella loro dura semplicità, al nostro governo. Un governo che ha diverse grane da risolvere, è vero, ma ha anche ereditate, storiche e lancinanti disattenzioni da colmare. E nei riguardi della scandalosa tragedia della “Terra dei fuochi” ha da onorare impegni assunti da almeno tre ministri del precedente esecutivo e da alcuni suoi attuali e importanti membri.Sono stato, infatti, felice di aver potuto titolare ieri – grazie all’intervista al ministro della Difesa Mario Mauro realizzata dal nostro Arturo Celletti – che l’incombente guerra di missili e bombe in Siria comunque «non sarà la nostra guerra». Sarei almeno altrettanto contento di poter titolare presto, molto presto, che in Campania si sono iniziate sul serio la “guerra” ai signori dei roghi e degli sversamenti tossici e la “battaglia” per la bonifica dei terreni avvelenati impunemente e lucrosamente per più di due decenni. Questa sì una “guerra giusta”. Nel nome della legge italiana. Per giusto diritto. Per dovere civile e morale.
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