giovedì 6 ottobre 2022
Tensione sui tempi del Piano Ue fra il premier in carica e quella “in pectore”. «Non ci sono ritardi nell’attuazione», assicura Draghi. Meloni: «Lentezze evidenti, ereditiamo una situazione difficile»
La riunione della cabina di regia sul Pnrr presieduta da Mario Draghi

La riunione della cabina di regia sul Pnrr presieduta da Mario Draghi - Ansa

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«Non ci sono ritardi nell’attuazione del Pnrr: se ce ne fossero, la Commissione non verserebbe i soldi». Il premier Mario Draghi riunisce la cabina di regia sul piano di investimenti Ue e rassicura sul rispetto della tabella di marcia. Nelle stesse ore Giorgia Meloni interviene all’esecutivo nazionale del suo partito e usa parole molto diverse da quelle del premier sul Pnrr: « Ereditiamo una situazione difficile: i ritardi sono evidenti e difficili da recuperare e siamo consapevoli che sarà una mancanza che non dipende da noi ma che a noi verrà attribuita anche da chi l'ha determinata».

Per la prima volta tra il capo del governo uscente e la presidente di Fdi, che presto potrebbe prenderne il posto, emerge un dissenso pubblico. Una tensione che potrebbe annunciare una transizione meno tranquilla del previsto. Il tutta accade mentre l’agenzia di rating Moody's lancia un avvertimento chiaro: . Così l’agenzia, che dopo le elezioni non ha modificato il suo giudizio sull'Italia aspettando la formazione di un nuovo governo, ieri ha aggiornato il profilo annunciando possibili revisioni del suo giudizio sul debito italiano. Un eventuale “downgrade” porterebbe il debito italiano nell’area del “non investment grade” (junk), che chiude gli acquisti dei titoli italiani da parte di molti investitori istituzionali.


E dall’agenzia di rating Moody’s arriva il primo avvertimento: in caso di mancata attuazione delle riforme previste è pronta
a tagliare il giudizio dato all’Italia. Con una bocciatura molti investitori istituzionali taglierebbero gli acquisti dei titoli italiani

E c’è stato «uno sforzo supplementare, per fare in modo che il nuovo esecutivo qualunque esso sia - possa ripartire da una posizione il più avanzata possibile. Ad oggi, sono già stati conseguiti 21 dei 55 obiettivi e traguardi previsti per la fine dell'anno, e ci aspettiamo di raggiungerne 29 entro la fine del mese». Il piano «è un’occasione unica per il rilancio dell’Italia, la sua piena attuazione è fondamentale per la nostra credibilità verso i cittadini e i partner internazionali.

Dobbiamo mantenere gli impegni presi e, per farlo, c’è bisogno del sostegno di tutti», ha detto il presidente del Consiglio che per i prossimi mesi annuncia una duplice sfida. La prima è «fare in modo che gli investimenti vengano portati a termine nei tempi e nei modi previsti, assicurando che le risorse europee siano spese in modo trasparente e onesto». La seconda riguarda l’energia: «Il Piano REPowerEU, destinato ad assicurare l’autonomia energetica dalla Russia con l’inserimento di un nuovo capitolo nei Pnrr nazionali». Slitta intanto il varo della legge delega sulla non autosufficienza, un provvedimento atteso e sollecitato da associazioni e sindacati.


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