sabato 22 dicembre 2018
Paolo Foietta va all’attacco del lavoro svolto dalla commissione del governo, da cui si attende ancora un documento finale: «È un percorso secretato di cui non si conosce nulla»
«L'analisi costi-benefici sulla Tav? È solo una grande farsa»
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«Una grande farsa». Paolo Foietta, ancora per pochi giorni commissario di governo per la Tav Torino-Lione, non ha avuto ieri remore a bollare così l’analisi costi-benefici sull’opera più contestata degli ultimi decenni che l’esecutivo ha voluto avviare e sulla quale le polemiche continuano a fioccare, ad iniziare dai componenti della commissione che vi sta lavorando. Dopo le indiscrezioni sulla sua conclusione, smentita dallo stesso ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, continua così l’attesa del documento finale dell’indagine. Tutto mentre si accende un’altra polemica, quella sul destino dell’Osservatorio Torino-Lione che dal 2006 è l’unica sede di dialogo fra le parti. E mentre proprio dall’Osservatorio arrivano nuovi dati sui vantaggi dell’opera che porterebbe, per esempio, 21 miliardi di risparmi in 60 anni solo in termini di costi legati alla CO2. «L’Osservatorio per la Tav – ha spiegato Foietta –, tra il 2010 e 2011 ha effettuato un’analisi costi-benefici sulla Torino-Lione che è durata circa un anno. Un lavoro aperto, con più di 20 esperti. L’analisi dell’attuale governo invece è un percorso secretato di cui non si conosce nulla, ad esclusione delle uscite propagandistiche poi smentite». Insomma, per il Commissario si tratterebbe di «due processi completamente dif- ferenti, uno trasparente e alla luce del sole, l’altro segreto ». Proprio sull’analisi costi-benefici la polemica era scoppiata sulla composizione della commissione che vi sta lavorando, tanto da far chiedere al Pd l’annullamento della stessa. Una richiesta bocciata dallo stesso ministro Toninelli come «una barzelletta». Due giorni fa, invece, le voci di una conclusione dell’indagine erano state smentite sia dal ministro che da Mario Virano, attuale direttore generale di Telt (che sta costruendo il tunnel di base). Ma il Commissario di Governo ieri ha anche difeso il lavoro dell’Osservatorio spiegando: «È buffo che chi parla di trasparenza e confronto voglia chiudere uno dei luoghi in cui ci si confronta. Abbiamo quindi deciso che il nostro lavoro va avanti e fissato già una riunione in gennaio. Non è fare democrazia far fuori chi non la pensa allo stesso modo». E proprio in difesa dell’Osservatorio, sempre ieri si sono schierate tutte e 33 le associazioni del sistema della produzione, del lavoro, della cooperazione e delle professioni di Torino e del Piemonte che il 5 dicembre a Palazzo Chigi avevano chiesto a gran voce la ripresa dei lavori. Al di là delle discussioni di giornata, rimangono comunque anche nuovi numeri presentati ieri da Roberto Zucchetti dell’Università Bocconi, ed elaborati con la stessa metodologia utilizzata dall’Ue e dal ministero delle Infrastrutture. Dai calcoli è emerso che «c’è un rapporto – ha spiegato Zucchetti – di 1 a 10 tra treno e gomma. Trasportare una tonnellata su ferro, anziché su strada, permette di risparmiare 0,044 euro. La distanza media dei trasporti in import-export è più di 1000 km: un treno che porti 850 tonnellate toglie 850mila tonnellate al chilometro dalla strada. Un trasporto su un treno permette quindi di risparmiare 37.304 euro di esternalità negative, soldi che ricadrebbero sulla collettività».

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