mercoledì 15 marzo 2017
Il ministro Costa: diventi obiettivo di politiche nazionali. De Palo (Forum delle Famiglie): riconoscimento di un ruolo sociale
Palazzo Lombardia a MIlano

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Dal reddito al carico familiare: questo il passaggio, anche culturale, introdotto dal Fattore famiglia, il correttore del calcolo Isee approvato ieri dal Consiglio regionale della Lombardia. Un provvedimento proposto dal consigliere Alessandro Colucci di Lombardia Popolare (ex Ncd) nei giorni in cui il parlamento ridiscute il ddl sull’assegno universale per i figli presentato da Stefano Lepri del Pd. Ideato e fortemente voluto dal Forum nazionale delle associazioni familiari, il 'Fattore' introduce un principio di adeguamento dell’indicatore del reddito sulla base del numero dei figli a carico e di altre pesanti voci del bilancio familiare.

Modello per le politiche nazionali

L’iniziativa presa in Lombardia è qualcosa di più di una sperimentazione, piuttosto un paradigma applicabile anche a livello nazionale. Una possibilità messa in conto dallo stesso ministro della Famiglia, Enrico Costa, che ha salutato con favore la decisione presa al Pirellone: «Il fatto che la Lombardia abbia voluto dare cittadinanza al Fattore famiglia mi pare molto significativo. Si tratta di un istituto finalizzato a valorizzare gli sforzi delle famiglie in chiave di equità, che dovrà rappresentare un obiettivo anche delle politiche fiscali nazionali».

Le misure previste dal testo

Per il Fattore famiglia la Regione stanzierà 1,5 milioni nel 2017 e altri 6 nei due anni successivi. Ma i costi, va precisato, non saranno coperti da risorse aggiuntive. Il nuovo indicatore reddituale allarga le fattispecie previste dall’Isee ampliando la fascia delle famiglie che potranno usufruirne. La misura riguarda, per ora, le spese per la dote scuola, i progetti di inserimento lavorativo, i contratti di locazione a canone concordato e il trasporto pubblico locale. Le agevolazioni concesse terranno conto di nuovi fattori finora esclusi dal calcolo Isee quali il numero dei figli (anche dopo il terzo), la presenza di disabili in famiglia, di donne in gravidanza e di anziani a carico. Il testo presentato da Colucci è passato grazie ai voti della maggioranza. M5S e Si hanno votato contro, mentre si sono astenuti i democratici.

La situazione in Parlamento

Un cambio di passo culturale che il Forum vorrebbe portare anche in Parlamento, lasciando un’impronta chiara sulla proposta di Lepri. Proposta che contiene almeno due punti che contrastano con il modello appena approvato al Pirellone. Il primo è l’allargamento degli assegni ai lavoratori autonomi, che però non contribuiscono al fondo di cui andrebbero a beneficiare. Il secondo, stando ai calcoli del Forum, è un possibile livellamento verso il basso dei contributi previsti per le famiglie numerose. Ad ogni modo gli incontri avuti tra le associazioni e il primo firmatario della legge hanno già prodotto alcuni emendamenti che, sostiene il presidente del Forum, Gigi De Palo, dovrebbero andare nella direzione giusta: «Il punto - chiarisce - è arrivare a una fiscalità più equa e aderente alla realtà. Non è questione di bonus o assegni. Se i nostri dubbi saranno eliminati saremo i primi a salutare il provvedimento con favore».

La lunga lotta del Forum

«Si tratta di una grande vittoria - rivendica ancora De Palo - un lavoro partito sei anni fa che ora comincia a dare i suoi frutti. Dietro questo traguardo c’è il senso della nascita del forum e speriamo rappresenti un apripista anche per il parlamento». Più importante delle singole misure è il principio alla base del provvedimento che riconosce il ruolo sociale della famiglia nella società: «Lottiamo per questo da dieci anni. Avevamo già avviato delle iniziative simili in decine di comuni. Ma il fatto che sia introdotto in una regione così importante segna un cambio di passo». Un salto culturale che individua nei nuclei numerosi una risorsa piuttosto che una spesa.

I no di Si e grillini

«È una legge vuota, una 'marchetta' elettorale di una pochezza politica disarmante», si legge in una nota diffusa dai grillini lombardi che attaccano Maroni e la sua maggioranza parlando di «una presa in giro che avrà un impatto inesistente ma purtroppo illuderà le famiglie». Nel merito , invece, le critiche di Si secondo cui «non vengono indicate le modalità di calcolo, non c’è una simulazione che chiarisca l’impatto della misura e si riciclano le stesse risorse di quel reddito di autonomia mai avviato - chiarisce Chiara Cremonesi - il tutto dopo una sperimentazione nel 2012 giudicata fallimentare sia per la scarsa adesione che per le ricadute di iniquità sociale».

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