venerdì 9 ottobre 2020
Dal colloquio con la presidente greca Sakellaropoulou emerge piena sintonia sulla Ue: accelerare su Recovery fund e migranti. Nuovo appello alla responsabilità di tutti, dopo la crescita dei contagi
Mattarella con la presidente greca Sakellaropoulou

Mattarella con la presidente greca Sakellaropoulou - Ansa

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Un monito all’Europa a rispettare, senza esitazioni l’accordo sancito a luglio nel Consiglio europeo sul Recovery fund. E un nuovo invito, pressante, agli italiani a farsi carico con responsabilità del momento difficile in cui si viene a trovare nuovamente l’Italia, con la crescita dei contagi.

«L'andamento dell'emergenza sanitaria causata dal Covid richiede all'Unione Europea la massima tempestività nella messa in campo di tutte le misure necessarie. Per questo mi auguro che siano presto superati i tentativi di rallentamento», ha detto Sergio Mattarella ricevendo al Quirinale la Presidente della Repubblica greca Katerina Sakellaropoulou, riferendosi alla frenata venuta dai Paesi più riottosi del Nord, dall'Olanda al fronte di Visegrad.

Dal colloquio trapela la piena sintonia emersa fra due Paesi tradizionalmente amici, e anche la comune preoccupazione, di fronte all’aggravarsi della situazione, per una risposta che tarda ad arrivare, dall’Unione. L’auspicio è quello una presa di coscienza più forte e più unitaria, sia sul fronte della pandemia, sia su quello dell’immigrazione, altro versante su cui gli interessi italo-ellenici sono concomitanti, come Paesi entrambi posti a presidio della frontiera Sud della Ue.

La visita della presidente greca in Italia è la seconda all'estero, dopo Cipro, da quando è stata eletta. Nelle prime settimane di lockdown Sakellaropoulou aveva telefonato al nostro Capo dello Stato per esprimergli solidarietà e nel colloquio di stamane ha espresso compiacimento per la serietà con cui il popolo italiano, al pari di quello greco, ha affrontato le restrizioni seguite alla pandemia. La presidente ellenica ha fatto anche cenno alla risposta incisiva che era venuta, sia pur indirettamente, da Mattarella alle parole di Boris Johnson che aveva giustificato i pessimi dati dei contagi in Gran Bretagna con l’atavica tendenza alla libertà del popolo britannico. Al che, Mattarella (rispondendo a un cittadino durante la sua visita a Sassari per il decennale della morte di Francesco Cossiga) aveva tenuto a precisare che gli italiani amano non meno degli inglesi la libertà, «ma anche la serietà», aveva rimarcato. Parole che sono piaciute alla presidente greca, e ha tenuto a dirglielo di persona, ritenendole applicabili anche al comportamento tenuto dal popolo greco.

Si è trattato di un giro di orizzonte a 360 gradi, i due presidenti hanno anche concordato sulla necessità di un ruolo sempre più forte e deciso dell'Unione Europea e, per quanto riguarda le crisi regionali, della Nato e dell'Onu. Ma soprattutto si è parlato di strategie comuni per arginare il Covid. Mattarella ha sottolineato che, per scongiurare un nuovo lockdown generalizzato, e continuare a tenere aperte le scuole, le fabbriche, gli uffici occorre puntare sulla responsabilità di tutti.

«La libertà - non è un fatto esclusivamente individuale, ma si realizza insieme agli altri, richiedendo responsabilità e collaborazione», sono le parole che trapelano dal colloquio, a ribadire un concetto già usato in estate alle prime avvisaglie di un abbassamento della guardia: «Libertà non vuol dire diritto di contagiare gli altri», disse ai giornalisti nella cerimonia di saluto prima delle ferie.

Soprattutto c’è preoccupazione, al Quirinale, per il clima di scontro che ha caratterizzato il dibattito sulla proroga dell’emergenza disposta dal governo e pienamente condivisa dal Colle (Leggi anche qui) non certo come premessa per una nuova chiusura, ma – semmai – come premessa necessaria per poter introdurre tempestivamente misure volte a scongiurarla. Misure da parte di Palazzo Chigi (attraverso la Protezione Civile), da parte del ministero della Salute (d’intesa con le autorità sanitarie, si pensi ad esempio alla gestione del traffico aereo da e per i Paesi più contagiati), ma anche da parte delle Regioni, a larga maggioranza ora a guida centrodestra, che grazie al prolungamento dell’emergenza vedono prorogati poteri speciali per introdurre restrizioni mirate e localizzate.

Durante l’incontro si è parlato anche della necessità che l'Europa – tenendo fede ai segnali importanti lanciati questa estate, dopo l’esplosione della pandemia – faccia seguire alla parole i fatti, dotandosi di risorse proprie, per fare fronte alle più impellenti urgenze e per programmare la ripresa.

I due presidenti hanno anche concordato sul fatto che l’accoglienza dei migranti non può essere lasciata soltanto sulle spalle dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, ma – come negli impegni – deve essere assunta come una questione di strategica importanza che riguarda tutta l'Ue. Mattarella, che nella sua visita in Grecia aveva visitato il campo profughi di Eleonas e aveva chiesto allora che l'Unione usasse rigore verso gli Stati membri anche in tema di accoglienza, ha ribadito a Katerina Sakellaropoulou solidarietà per l'incendio nel campo profughi di Moria.

Un asse rafforzato, quindi, fra due Paesi in difficoltà economica su cui gravano ancora i maggiori oneri dell’accoglienza migranti. Senza che la svolta prospettata - ora - anche della revisione delle regole di Dublino (proposta dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen) prenda corpo.

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