sabato 3 settembre 2022
L’annuncio sul palco del Festival della Ong a Reggio Emilia. È ancorata nel porto di Genova per alcuni lavori, ma presto salperà
«Life Support», la nave di Emergency ancorata a Genova

«Life Support», la nave di Emergency ancorata a Genova - Emergency

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Emergency ora ha una nave per soccorrere le vite in mare dei migranti che fuggono dai loro Paesi, vittime della guerra e della povertà. L’annuncio è stato dato l’altra sera sul palco del Festival della Ong, evento che si sta tenendo a Reggio Emilia. La nave si chiama "Life Support" ed è ancorata a porto di Genova per lavori di cantieristica, ma nei prossimi mesi solcherà le acque del Mediterraneo centrale. Ha detto Piero Parrino, direttore del Field Operations Department di Emergency: «A un anno dalla perdita di Gino Strada, siamo pronti a dare vita a questo nuovo progetto. Lo facciamo, innanzitutto, perché è quello che facciamo da sempre: curare chi ne ha bisogno, chi è nel posto sbagliato, non per sua scelta».

Sulle murate della nave sono state dipinte le parole del fondatore di Emergency: «I diritti devono essere di tutti, sennò chiamateli privilegi». Ha aggiunto Parrino: «Ci sembra il modo migliore per continuare a rappresentare un pensiero, diventato bene comune, di un’associazione che pensa si debba fare quello che è giusto fare, senza chiedersi se è possibile, ma semplicemente cominciando a farlo. L’attività di ricerca e salvataggio in mare da parte delle Ong è un argomento spesso divisivo, ma salvare vite non può essere divisivo, mai. Questo è il nostro punto di partenza, anche questa volta».

L’attività di soccorso nel Mediterraneo sta diventando sempre più importante e necessaria. Dal 2014 a oggi, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, sono oltre 19.000 le persone migranti morte o disperse nel mar Mediterraneo. Sono state più di 1.100, solo nel 2022, in assenza di un’operazione di salvataggio coordinata a livello europeo.

La "Life Support" è un offshore vessel: ha una lunghezza di 51,3 metri, una larghezza di 12 metri e pesa 1.346 tonnellate. La nave può arrivare ad accogliere fino a 175 persone, oltre al personale di bordo. Lo staff di Emergency è composto dal coordinatore della missione Sar, un medico, infermieri, mediatori culturali, soccorritori e un logista cui si aggiungono le 10 persone che compongono l’equipaggio. Le selezioni del personale sono ancora in corso.

Emergency è peraltro già attiva nel soccorso in mare, perché ha già partecipato ad attività di ricerca e soccorso nel Mare Nostrum. Nell’estate 2019 ha iniziato a collaborare con la Ong spagnola Proactiva Open Arms, a bordo dell’omonima nave, per missioni SAR nel Mediterraneo centrale. L’associazione si è occupata delle attività mediche e di mediazione a bordo del mezzo. Le operazioni insieme a Open Arms sono proseguite fino al marzo 2022 per un totale di duemila soccorsi in mare.

E venerdì il festival è stato inaugurato con il dibattito "Ripudiare la guerra: questione di scelte" a cui hanno partecipato Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Donatella Di Cesare, filosofa e scrittrice, Mauro Biani, disegnatore satirico ed Edith Bruck, scrittrice e poetessa (in collegamento). Moderava Emanuela Bonchino, inviata Rai News 24. Le domande che si sono posti i relatori sono state le seguenti. Esistono conflitti senza alternative? Davvero ci sono guerre inevitabili?

Alle 21, invece, si è tenuto il dibattito "Migrazioni, il lato oscuro", con Nello Scavo, inviato di Avvenire, Fabio Geda, scrittore, Gabriele Baratto, criminologo, Pietro Parrino, Direttore Field Operations Department di Emergency, Carlo Maisano, Technical Coordinator di Emergency. Si è parlato degli aspetti meno raccontati del fenomeno migratorio, dal business dei trafficanti, delle rotte più nascoste, dell’utilizzo dei social network da parte dei signori delle frontiere e del fiume di denaro in nero che circola, occulto e sotterraneo.

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