lunedì 20 maggio 2019
Domenica l'attracco a Lampedusa. Dopo il sequestro probatorio della nave la convalida della Procura di Agrigento. Indagato il comandante. Polemiche accese tra Salvini e i 5stelle
La Procura ha convalidato il sequestro della nave. Scontro politico
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​Il pubblico ministero della Procura di Agrigento, Cecilia Baravelli, ha convalidato oggi il sequestro probatorio della nave Sea Watch 3. Il provvedimento è stato notificato all'unico indagato, il comandante Arturo Centore approdato nel porto di Licata intorno alle 14. Le 47 persone soccorse e rimaste a bordo della nave Sea Watch 3 domenica sera erano state trasferite su un’imbarcazione delle Guardia Costiera per essere portate a Lampedusa, dopo un giorno passato in mare per mancanza di autorizzazione ad attraccare.

L'approdo è stato possibile come conseguenza di un sequestro probatorio della nave della Ong tedesca Sea Watch disposto dalla Procura di Agrigento ed eseguito dalla Guardia di Finanza, che ha agito in autonomia nonostante il ministro dell’Interno Matteo Salvini avesse più volte comunicato la sua opposizione.

La Sea Watch 3 aveva sabato oltrepassato il limite delle acque territoriali italiane, infrangendo un divieto proveniente dal ministero dell’Interno. Nel pomeriggio di sabato il capitano dell’imbarcazione aveva comunicato l’intenzione di entrare nelle acque territoriali dirigendosi verso il porto di Lampedusa, chiedendo la revoca del divieto di ingresso “per ragioni umanitarie che supererebbero le motivazioni della direttiva del ministero dell’Interno”.

LE INDAGINI DELLA MAGISTRATURA DI AGRIGENTO

La svolta con l'approdo della Sea Watch è arrivata domenica sera nonostante il ministro dell'interno si fosse opposto più volte durante tutta la giornata di domenica e avesse ribadito con forza il suo "no" alla concessione di un porto di approdo. "Sono pronto a denunciare per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina chiunque sia disponibile a far sbarcare gli immigrati irregolari su una nave fuorilegge - ha affermato Matteo Salvini -. Questo vale anche per organi dello Stato: se questo procuratore autorizza lo sbarco, io vado fino in fondo".

Il riferimento era stato al procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio: il blocco della nave Sea Watch 3 disposto dalla magistratura, infatti, è finalizzato a fare i necessari accertamenti e a verificare se la condotta del comandante della nave abbia violato la legge. Ma porta con sé anche lo sbarco dei migranti che "messi in salvo saranno affidati a personale della Questura di Agrigento per la identificazione e per i necessari atti di polizia giudiziaria" ha spiegato il procuratore Patronaggio.
Intanto sul registro degli indagati, con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, è stato iscritto il comandante della nave Sea Watch 3: Arturo Centore. Il provvedimento è stato notificato dalla Guardia di finanza nel momento del sequestro probatorio della nave della Ong. Centore, che ha nominato come difensori gli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, è il primo indagato dell'inchiesta.

Peraltro non è ancora stato chiarito cosa ne sarà dei migranti arrivati con la Sea Watch. La federazione delle chiese evangeliche italiane e quella delle chiese protestanti avevano offerto le proprie strutture per ospitare i migranti: «Accogliere i migranti in fuga dalle persecuzioni è dovere civile di ogni democrazia; ma per noi evangelici è anche un servizio al prossimo radicato nella tradizione biblica e un imperativo della nostra fede», ha spiegato in un comunicato Luca Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

LO SCONTRO POLITICO SULL'APPRODO DELLA SEA WATCH 3 E SUI MORTI IN MARE

Matteo Salvini domenica sera ha assistito in diretta tv allo sbarco dei migranti dalla nave Sea Watch 3. Era ospite al programma L'Arena su La7, quando una telecamera ha trasmesso immagini in diretta di alcuni migranti, con giubbotto di salvataggio, che scendevano in porto da un'imbarcazione della Capitaneria di porto. "Qualcuno l'ordine lo avrà dato. Questo qualcuno ne dovrà rispondere", si era irritato il ministro.

Il M5s aveva fatto sapere che non erano stati i suoi ministri. Ma Salvini aveva insistito: "Chiunque sia stato ne risponderà davanti agli italiani".

"Salvini, se ha qualcosa da dirmi, me la dica in faccia. Non parli a sproposito del sottoscritto in Tv" aveva replicato il ministro Toninelli. "È evidente che l'epilogo della vicenda è legato al sequestro della nave da parte della magistratura, non serve un esperto per capirlo. Magari il ministro dell'Interno si informi prima di parlare. E trovi soluzioni vere sui rimpatri, non ancora avviati a distanza di un anno da quando, come titolare del Viminale, è il responsabile della sicurezza nazionale" ha concluso il ministro dei Trasporti.



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