lunedì 28 agosto 2017
«Il mio sogno era l’Italia e poter fare il calciatore»
La lunga fuga nel deserto e la traversata in gommone
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Kouassi Guy Cesar Kouame sognava sin da piccolo di fare il calciatore. A soli 15 anni lasciò la sua casa in Costa d’Avorio per andare nella vicina Guinea-Bissau, con la promessa fattagli da un sedicente procuratore africano di inserirlo in una squadra del posto. Ma fu un’illusione. «Io e il mio amico Moussa decidemmo di andare in Libia. Un viaggio lunghissimo di cinque giorni attraversando il deserto con mezzi improvvisati. Ma scoppiò la guerra e fummo costretti a fuggire». La speranza si chiamava Italia. «C’imbarcammo su un gommone il 27 maggio 2011. Eravamo circa 350 persone, tra cui molti bambini, stipate come sardine. Essendo minorenne non diedi soldi allo scafista. Un viaggio terribile durato tre giorni, col buio della notte che faceva paura. Non riuscivo a mangiare per i continui conati di vomito. Poi, sbarcammo a Lampedusa». Cesar venne accolto dalla comunità educativa “La ruota” del Villaggio don Bosco di Lucera (Foggia). Lo notò l’allenatore del Monte Sant’Angelo, Celestino Ricucci impressionato dal suo talento. «Fare il calciatore in Italia, anche se tra i dilettanti, è stato qualcosa di meraviglioso per me. Ho giocato tre stagioni nel Vieste, paese dove ho conosciuto la mia fidanzata Rosaria. La gente di Puglia mi ha circondato di tanto affetto». A 22 anni Cesar, mediano tutto cuore e grinta, ha deciso di trasferirsi questa estate a Bolzano, insieme alla sua Rosaria. «Lei ha un lavoro. Spero di trovarlo anch’io, potrei fare anche il lavapiatti. Adesso gioco nel Merano, squadra di Promozione dove sono benvoluto. Ma la partita da vincere è la cittadinanza italiana e avere un’occupazione».

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