lunedì 3 maggio 2021
Il ricordo dei cronisti-testimoni uccisi e l'impegno dei giornalisti perché siano denunciate e fermate violenze e persecuzioni politiche nel mondo.
Un momento della cerimonia al Giardino dei Giusti di Milano

Un momento della cerimonia al Giardino dei Giusti di Milano - Foto F. Riccardi

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Non un semplice ricordo, per quanto doveroso, di chi ha perso la vita a causa del suo lavoro di giornalista. Ma l'invito a difendere la libertà di informazione come esercizio di verità per il bene di tutti. Per denunciare gli abusi di potere e sopratutto difendere i più deboli dalle tante persecuzioni che ancora oggi provocano la morte di interi popoli e macchiano la coscienza del mondo. È stato questo il senso della cerimonia tenutasi ieri mattina al Giardino dei Giusti di Milano in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, organizzata da Gariwo (acronimo di Gardens of the righteous worldwide), onlus impegnata a mantenere viva e promuovere la memoria del Bene, incarnata da coloro che nei più diversi ambiti, contesti storici e geopolitici si sono impegnati a difesa dell'uomo, della sua dignità e libertà.

"Da questo Giardino dei Giusti viene la proposta al Parlamento di dedicare una giornata all'informazione sui segni di possibili nuovi genocidi e sulle atrocità di massa in corso nel mondo", ha spiegato il presidente di Gariwo Gabriele Nissim, chiedendo che il lavoro di inchiesta di tanti giornalisti coraggiosi venga raccolto e valorizzato in un dossier annuale da portare alla conoscenza di tutta l'opinione pubblica. Il lavoro di tanti giornalisti che oggi raccontano e denunciano "la pulizia etnica dei rohingya, il genocidio culturale degli uighuri, le atrocità di massa in Siria e in Yemen, le persecuzioni politiche in Russia, Cina e Turchia" infatti è fondamentale per far prendere coscienza di tragedie nascoste ed evitare violenze di massa, difendendo i diritti e la libertà delle persone. Un compito che si può perseguire "ricercando costantemente la verità - come ha sottolineato il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, Alessandro Galimberti - anche se la ricerca della verità costa sofferenza e solitudine, come accaduto per tanti cronisti uccisi nel mondo e anche n Italia".

L’iniziativa, organizzata con la partecipazione di giornalisti, dei rappresentanti della Stampa estera a Milano e di Lamberto Bertolé, presidente del Consiglio comunale di Milano, ha quindi reso omaggio a figure simbolo della battaglia per la libertà di espressione, onorate nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo nel Parco del Monte Stella a Milano. Figure straordinarie come Liu Xiaobo, autore della Carta 08, premio Nobel per la pace; Raif Badawi, blogger saudita condannato a mille frustate per aver difeso il dialogo tra fedi e culture diverse; Samir Kassir, giornalista libanese, ucciso per aver difeso la libertà di espressione; Hrant Dink, assassinato per aver fatto memoria del genocidio armeno in Turchia; Anna Politkovskaja, che ha perso la vita per le sue denunce dei massacri di civili in Cecenia. Del loro impegno hanno parlato testimoni come Paolo Pobbiati, già presidente di Amnesty International Italia, l’editorialista del Corriere della Sera Antonio Ferrari, il Console onorario della Repubblica d’Armenia Pietro Kuciukian e la giornalista Anna Zafesova.

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