martedì 26 agosto 2014
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Ancora testimoni, ancora periferie. Dalla crisi siriana alle frontiere mobili dell’emergenza educativa e del diritto, senza dimenticare gli orizzonti ancora tempestosi del lavoro. A Rimini è un’altra giornata di incontri e di dibattiti. “Avvenire” ha seguito per voi i principali. Siria. L’immagine ricorrente è quella del mosaico: così definisce la Siria il nunzio apostolico a Damasco, monsignor Mario Zenari, nel videomessaggio inviato al Meeting. E di mosaici, e in senso più generale di patrimonio culturale, si occupano gli archeologi Paolo Matthiae e Giorgio Buccellati. Proteggere i tesori del passato siriano, affermano con forza nel corso di un dibattito molto seguito, è un modo per custodire la tradizione di convivenza fra comunità differenti che appartiene profondamente alla storia di questo magnifico Paese oggi dilaniato dalla guerra. E le parole di padre Zihad Hilal, gesuita che opera a Homs a fianco dei ragazzi più disagiati, commuovono e spronano al coraggio. Alla scuola dello sguardo. L’esperienza tutta italiana di Portofranco, la rete di centri di aiuto allo studio dove i ragazzi messi ai margini dalla scuola ritrovano il gusto della scoperta, e le difficoltà di ridare speranza perfino in una realtà profondamente secolarizzata come quella degli Stati Uniti. Alberto Bonfanti e José Medina sono i nuovi “testimoni dalle periferie” che si misurano con il popolo del Meeting. Vengono da mondi diversi, ma concordano su un punto, che è quello fondamentale: solo chi è guardato con amore può essere educato. Diritti e rovesci. Italia e Stati Uniti tornano a dialogare nell’incontro sui “nuovi diritti” moderato dal costituzionalista Andrea Simoncini. Prende la parola Orlando Carter Snead, docente all’università di Notre Dame, nell’Indiana, e mette in luce il rischio di un’ideologia che sembra aver ormai sostituito la difesa dei diritti umani con la rivendicazione incessante dei diritti individuali. Certo, il diritto in sé si trasforma in idolo, gli fa eco il giurista Tomaso Emilio Epidendio, assistente di studio presso la Corte Costituzionale. Proprio per questo, però, ai cristiani è richiesta una maggior vigilanza, una più attenta riflessione sul fondamento dei valori e, in definitiva, una testimonianza più convinta. Più utile, in questo momento, di qualsiasi scontro frontale. Una crescita possibile. L'Italia ce la può fare a ripartire? Nell'incontro con Federico Golla di Siemens, Maximo Ibarra di Wind, Carlo Malacarne di Snam Retegas e Francesco Starace di Enel si è convenuto che è un problema di convinzione nei propri mezzi prima ancora che di risorse e infrastrutture che pur è necessario potenziare. Ma la bellezza insuperabile del nostro Paese, la duttilità e genialità che ci contraddistingue sono le leve su cui far ripartire sia un'industria manifatturiera dell'era cibernetica, sia il turismo, verso il quale la Rete investe ancora troppo poco per le caratteristiche di un paese come il nostro. Altra risorsa l'ambiente, che andrebbe accorpato all'Economia in un unico dicastero, senza più mettere i due aspetti in competizione, perché la Terra dei fuochi insegna, ha spiegato l'ad di Enel, "il presunto risparmio poi lo si paga a caro prezzo".
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