mercoledì 2 novembre 2022
L’ambasciata tedesca “Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso”. Il “no” a Piantedosi: “Le organizzazioni impegnate nel salvataggio forniscono un contributo importante”
La nave tedesca dell’Ong “Sos Humanity” durante un salvataggio

La nave tedesca dell’Ong “Sos Humanity” durante un salvataggio - Sos Humanity

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“Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso”. Così il governo tedesco ha risposto alle autorità di Roma che si rifiutano di far sbarcare i migranti naufraghi soccorsi dalla nave “Humanity 1” che batte bandiera tedesca. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nei giorni scorsi ha accusato le Ong di “violare lo spirito delle norme” sul salvataggio in mare e lo sbarco a terra dei profughi, chiamando i governi che hanno concesso la bandiera alle navi di provvedere al recupero dei migranti. Le organizzazioni umanitarie hanno chiesto un porto sicuro ai due Paesi “sicuri” più vicini: Italia e Malta. Ancora una volta, nessuna risposta.

Con una nota inviata a “Il Cavallo e la Torre”, la trasmissione di Rai3 condotta da Marco Damilano, l’ambasciata tedesca a Roma è stata categorica, rivelando di avere reagito immediatamente alle richieste di Roma. “Il governo federale - si legge nella nota - ha risposto per iscritto alla nota verbale del governo italiano esponendo la propria interpretazione del diritto”. Per la Germania, che ribadisce una posizione già espressa in passato e convalidata anche dagli interventi della Corte europea per i diritti dell’uomo e da ripetuti pronunciamenti delle Nazioni Unite, “le organizzazioni civili impegnate nel salvataggio di migranti forniscono un importante contributo a salvataggio di vite umane nel Mediterraneo. Salvare persone in pericolo di vita è la cosa più importante”. Berlino si è messa direttamente in contatto con l’equipaggio e “secondo le informazioni fornite da SOS humanity sulla nave “Humanity One”, battente bandiera tedesca, attualmente ci sono 104 minori non accompagnati, molti di loro hanno bisogno di cure mediche. Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso”.


Alla vigilia del primo viaggio a Bruxelles della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la precisazione che arriva dalla Germania conferma che sul tema del soccorso in mare i governi Ue sono pronti a un braccio di ferro con l’Italia.

Nei giorni scorsi il Viminale con note verbali alle ambasciate degli Stati di bandiera della “Humanity 1” (Germania) e della “Ocean Viking” di Medici senza frontiere (Norveglia), ha sostenuto che “le condotte delle due navi non sono "in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all'immigrazione illegale". Aggiungendo che “le condotte, sulla base dell'articolo 19 della Convenzione internazionale delle Nazioni unite sul diritto del mare, saranno valutate ai fini dell'adozione da parte del titolare del Viminale, del divieto di ingresso nelle acque territoriali”. Un divieto che, se avvenisse, vedrebbe il governo Meloni davanti al primo caso diplomatico e con il rischio anche di ricadute giudiziarie. Non è un caso che l’ambasciata tedesca abbia voluto rimarcare la presenza di “104 minori non accompagnati”, molti dei quali “hanno bisogno di cure mediche”. Secondo il diritto internazionale e quello italiano, proprio i minori non accompagnati devono essere fatti immediatamente sbarcare dal momento in cui le autorità vengono messe a conoscenza della loro presenza e delle loro condizioni. Non appena le nave dovesse entrare in acque italiane, in mancanza dell’immediato sbarco scatterebbe l’intervento del Tribunale per i minorenni.

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