domenica 15 gennaio 2017
Si moltiplicano le cronache di sparatorie nelle quali inermi passanti o clienti di un locale restano «solo» lievemente feriti. Lo Stato vuole o non vuole affrontare il caso Napoli?
Napoli, forze dell'ordine sul luogo in cui una bimba fu ferita accidentalmente durante una sparatoria il 4 gennaio (Ansa)

Napoli, forze dell'ordine sul luogo in cui una bimba fu ferita accidentalmente durante una sparatoria il 4 gennaio (Ansa)

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La domanda è una sola: lo Stato italiano ha voglia di affrontare il caso Napoli o no? Su questo giornale, a proposito dell’inutile polemica esplosa la settimana scorsa tra il sindaco de Magistris e lo scrittore Saviano dopo l’ennesimo agguato scrivemmo: «La camorra naturalmente si fa beffe e, imperterrita, continua a fare quello che ha sempre fatto». La conferma non si è fatta attendere, puntuale è arrivata pochi giorni dopo.

Due fidanzati hanno deciso di fermarsi in un locale nei pressi dell’Università. Sono giovani, liberi, hanno il diritto di stare tranquilli. Poco dopo, nel locale entra Francesco Del Gaudio, pregiudicato quarantenne dei Quartieri spagnoli. Si ferma al banco, si guarda attorno, ordina da bere. La serata sta scivolando tranquilla, non sembrano esserci problemi. Invece accade, come sempre, tutto all’improvviso.

Un uomo armato fa irruzione nel locale. Mette paura, è nervoso, incappucciato, armato. Del Gaudio capisce immediatamente quello che sta per accadere e tenta di fuggire verso il retro. Il sicario lo insegue. Del Gaudio vede la morte avvicinarsi, sa bene che 'quelli' non perdonano. Chi ha ricevuto l’ordine deve eseguirlo a tutti i costi. Sono le regole del gioco. 'Loro' mettono in conto anche la possibilità di colpire un innocente per 'errore'.

Gli avventori? Non sono un problema. Resteranno paralizzati dalla paura, nessuno opporrà resistenza, nessuno tenterà di mettere il bastone fra le ruote. Quando il pregiudicato capisce di essere in trappola, afferra con forza la ragazza e la trascina davanti a sé. Vigliacco, si fa scudo con il suo corpo. La ragazza è spaventatissima. Sente il sangue martellare con forza le tempie, il cuore schizzare all’impazzata. Rimane immobile, trema, la faccia bianca come il latte. Non piange, non ne ha la forza. Tutto è così assurdo, sciocco, irreale. La banalità del male. La morte che ti sfiora quando meno lo credevi. Rimpiange di non essere rimasta a casa.

Sono trascorsi solo pochi giorni da quando una bambina di dieci anni è rimasta ferita al piede durante una sparatoria. «Per miracolo», scrivono i giornali. Certo, 'per miracolo', poteva finire peggio. Un 'miracolo' che non vorremmo più implorare. La gente è scossa, impaurita, ma occorre guardare avanti, vivere, tornare alla normalità. I cittadini, dalle autorità, sono invitati a credere che in città le cose vanno bene, che non si corrono rischi. La ragazza avverte che sta per svenire, Del Gaudio la tiene stretta, non la lascia. Il fidanzato, da vero uomo, si fa avanti per difenderla. Un colpo lo raggiunge. Si accascia. Anche Del Gaudio è colpito e stramazza al suolo. Il 'miracolo' si è ripetuto. Possiamo tirare un respiro di sollievo.

Il giovane, 21 anni, coraggioso e buono, non è morto. È 'solo' ferito. Il 'miracolo' si è ripetuto. Avrebbe potuto esserci una strage. I sicari, invece, scappano. Un guizzo di intelligenza? Un sussulto di umanità? Non lo sappiamo e nemmeno ce ne importa. Quel che ci importa è constatare che Napoli – checché se ne dica – nessuno può stare tranquillo. Quello che spaventa è che a Napoli una passeggiata con gli amici può trasformarsi in una tragedia. Che lo Stato deve evitare a tutti i costi.

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