giovedì 8 agosto 2019
Il grande scoglio della manovra da 30-50 miliardi, con l’aumento Iva da evitare. E il 20 ottobre è anche la scadenza entro cui Roma deve trasmettere il testo a Bruxelles
Ansa

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Tra il dire e il fare c’è di mezzo il Quirinale. Ovviamente, quando si parla di crisi di governo e di elezioni anticipate. Il ruolo che la Costituzione affida al capo dello Stato, infatti, è quello di valutare, in caso di crisi di governo, se ci siano altre maggioranze possibili e, quindi, se sia evitabile un ritorno alle urne prima della scadenza naturale della legislatura.

In questo quadro, poi, c’è da tenere conto della tenuta del Paese. E sciogliere le Camere in pieno agosto, con alle viste una manovra economica 'importante' (le ipotesi oscillano tra i 30 e i 50 miliardi di euro, di cui oltre 23 di clausole di savaguardia Iva da disinnescare) e decisiva per quanto riguarda i rapporti con l’Unione Europea, non è da considerare uno scenario rassicurante.

Dal Colle, per il momento, si fa notare solamente che la crisi ci può essere anche senza un passaggio parlamentare, quindi senza che il governo cada su un voto in aula. A quel punto, appurata l’impossibilità di altre maggioranze, Giuseppe Conte resterebbe in carica per varare la manovra e poi condurre il Paese alle elezioni. Viceversa, potrebbe essere previsto anche un governo 'di transizione'. Per il momento, comunque, Sergio Mattarella attende segnali.

Di certo, al presidente non è sfuggito che ieri al Senato la maggioranza giallo-verde (a questo punto il trattino è d’obbligo) si è rotta plasticamente. E che tutte le forze politiche presenti in Parlamento, finora, si siano dette indisponibili a formare maggioranze alternative, anche laddove i numeri lo consentissero. Nel caso, quindi, che non fosse possibile tenere insieme i cocci dell’attuale governo, lo scioglimento estivo delle Camere sarebbe inevitabile.

Per questo sul calendario del Quirinale è stata cerchiata idealmente la data del 20 agosto, perché sarebbe l’ultima utile per consentire lo svolgimento delle elezioni politiche a ottobre (il 13 oppure il 20) e lasciare al prossimo governo l’incombenza della legge di Bilancio.

Attenzione, però: il 20 ottobre è anche la data entro la quale il governo di Roma deve mandare a Bruxelles e alle Camere il testo della manovra, sul quale la Commissione Europea deve dare un parere entro il 30 novembre. Ciò non esclude, ovviamente, che dopo il voto anticipato e l’insediamento di un nuovo esecutivo la procedura possa andare avanti regolarmente, anche con le modifiche ritenute necessarie, fino all’approvazione della manovra da parte del Parlamento entro il 31 dicembre. Sempre che dalle urne esca un responso chiaro, numericamente e politicamente, tale da permettere la formazione rapida di un governo. Matteo Salvini, sondaggi alla mano, è convinto che ne uscirebbe da trionfatore. Da qui la tentazione di chiedere il voto in autunno e, forse, di presentarsi senza alleati, così da avere le mani libere.

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