lunedì 7 agosto 2017
Nata in Tunisia, vive a Bologna, parla con accento emiliano ed è l'unica della famiglia a non avere ancora la cittadinanza
«L’identità è una sfida. Diventare italiana significa vincerla»
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«Quando dall’autostrada vedo il San Luca, mi sento finalmente a casa». Il Santuario della Madonna di San Luca per Nihed Guediri è un luogo di riferimento importante e spesso con le amiche sale sullo sperone per visitarlo. «Capita che lassù la gente mi chieda da dove vengo e io rispondo spontaneamente: da Bologna». Parla con un marcato accento emiliano la studentessa laureanda in scienze statistiche, che della Tunisia conserva tratti somatici e ricordi legati alle vacanze estive dai nonni. Quando è arrivata in Italia Nihed aveva solo quattro anni. Oggi ne ha 22 ed è l’unica della famiglia a non aver ancora acquisito la cittadinanza italiana. «I miei l’hanno ottenuta quando avevo appena compiuto 19 anni, quindi ho dovuto presentare domanda da sola. Per me significherebbe ottenere per iscritto quello che il mio cuore mi dice tutti i giorni, cioè che sono italiana al 100%». Sorride raccontando di quando le persone le fanno i complimenti per il suo buon italiano e lei ricambia: «Anche voi parlate molto bene». La studentessa ammette che gli studi di statistica sono stati una vera e propria sfida, visto che la matematica non era il suo forte. «Mi piace mettermi in discussione e affrontare ogni volta nuovi ostacoli. Ora la mia sfida più importante è quella di veder riconosciuta la mia identità, che è frutto del mio percorso di vita. Sono figlia della terra tunisina, cresciuta e formata in Italia, che ha studiato dalle suore e che segue la religione musulmana. Sono tutto questo, nessun elemento del mio vissuto esclude l’altro».

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