sabato 17 giugno 2017
All’indomani della gazzarra, la Lega rilancia: «Battaglia anche fisica». Il Pd chiede al capogruppo leghista di chiarire la sua minaccia
Ius soli temperato, anche Alfano frena
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Non arretra di un passo la Lega, dopo la gazzarra scatenata per impedire l’esame della legge sullo ius soli temperato. Salvini minimizza, dicendo che la contusione della ministra Fedeli è «assolutamente inesistente». E lui, il capogruppo Centinaio, il protagonista della poco onorevole colluttazione ai banchi del governo, ripete che contro la riforma farà una «battaglia anche fisica». Sollevando critiche e richieste allarmate di chiarimenti. Il Pd ribadisce comunque la volontà di andare avanti – «se necessario con la fiducia», dice il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato – ma il leader di Ap Angelino Alfano ora fa una frenata: «È una buona idea procedere con questa urgenza?».

Sull’esame del ddl dunque il leader di Alleanza popolare dunque esprime: «Chiediamo al Pd di valutare se è una buona idea procedere in questo momento, e se il loro senso di opportunità chiede di procedere con questa urgenza ». Cioè su una legge che attendeva la seconda lettura da quasi due anni fa: il primo sì fu il 13 ottobre 2015. «Comunque, sul merito noi ci siamo – assicura – e abbiamo già votato sì alla Camera». E il capogruppo dei deputati dem, Ettore Rosato, chiarisce che la riforma s’ha da fare: «Se necessario faremo ricorso alla fiducia, Governo e Pd faranno la loro parte». L’eco della bagarre a Palazzo Madama è ancora viva. Matteo Salvini fa finta di chiedere scusa alla ministra coinvolta nel parapiglia: «Bisogna sempre mantenere i limiti e l’educazione», premette, aggiungendo subito che «la presunta aggressione al ministro Fedeli è come la sua laurea, assolutamente inesistente». Irriducibile anche il capogruppo al Senato, Gian Marco Centinaio: «Sullo ius soli una battaglia diventa anche fisica nel momento in cui vogliamo portare avanti la nostra idea», dice lamentando anche lui una contusione.

Poi passa a insultare il presidente del Senato Piero Grasso: «Dicevamo che fosse come l’arbitro Moreno, (il contestato direttore di gara dei Mondiali del 2002, ndr), adesso mi ricorda molto di più un dittatore del Sud America». E il mazzo di fiori annunciato per scusarsi con la ministra? «Non li ho ancora visti», spiega l’interessata. Che comunque augura «pronta guarigione» al senatore leghista. Bon ton a parte, è quella frase sulla «battaglia fisica» che suscita molte perplessità. «Credo sia urgente che la Lega e il capogruppo al Senato Centinaio chiariscano con urgenza le parole usate – chiede il senatore Dem Franco Mirabelli – perché parlare di 'battaglia anche fisica' minacciando in qualche modo una legittima discussione parlamentare su una legge di civiltà di tantissimi paesi europei, è pericoloso. Al limite dell’incendiario». Dello stesso tenore la reazione di Enrico Buemi, senatore Psi: «Cosa intende per battaglia anche fisica? Di squadrismo politico la storia parlamentare di altri tempi è costellata: e siamo a pochi giorni dall’anniversario della morte di Giacomo Matteotti». «Mai si era arrivati ad assaltare i banchi del governo – dice il capogruppo dem Luigi Zanda – con la beneplacita copertura del M5s».

«Mi auguro sia stato solo un eccesso dialettico e non una reale minaccia di scontro fisico, fuori o dentro i palazzi istituzionali», chiosa la senatrice pd Pina Maturani. E la capogruppo Pd alla commissione Infanzia del Senato, Donella Mattesini si sofferma sul paragone che in alcune interviste Centinaio ha fatto tra se stesso e i bambini dell’asilo: «Ha avuto il coraggio di paragonarsi ai bimbi che si attaccano al banco per cercare di resistere. Ma resistere a cosa? Ai commessi che lo invitavano a lasciare i banchi del governo dove si era aggrappato per protestare in maniera barbara e irresponsabile?». Pino Pisicchio, capogruppo del Misto, è per lo Ius soli ma vorrebbe «qualcosa in più sui doveri» come in altri paesi. E cioè «buona conoscenza della lingua e un minimo di educazione civica, cosa che peraltro non farebbe male neanche agli italiani di settima generazione».

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