sabato 23 luglio 2022
Oggi, a 150 giorni dall’inizio dell’invasione, la mobilitazione «Europe for peace». Obiettivo una grande alleanza della società civile che si riconosce in «cinque punti»
La grande manifestazione per la pace del 20 marzo, in piazza San Giovanni a Roma

La grande manifestazione per la pace del 20 marzo, in piazza San Giovanni a Roma - Ansa

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Ancora in piazza per chiedere di dare una possibilità alla pace. Per non rassegnarsi a lasciare alle armi l’unica voce in capitolo. Oggi, a 150 giorni dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, cinquanta città italiane aderiscono alla mobilitazione di Europe for peace, giornata di mobilitazione diffusa sui territori contro la guerra. «Tacciano le armi, negoziato subito, verso una conferenza internazionale» le tappe richieste alla politica da oltre 400 realtà della galassia del movimento pacifista.

Decine e decine di iniziative pubbliche che si svolgono nelle piazze, nelle sedi istituzionali o delle associazioni, nei campeggi: flash-mob, fiaccolate, camminate silenziose, banchetti, gazebo, raccolte firme, volantinaggi, alzabandiera, presìdi, musica, sit-in, letture. Gli organizzatori calcolano in almeno diecimila le presenze alle iniziative che copriranno tutta Italia, da nord a sud: da Trento a Ragusa, da Sassari ad Ancona, da Torino a Potenza, passando per Roma, l’elenco delle adesioni aumenta di ora in ora per un’azione diffusa, con qualche anticipazione già ieri.

«Proprio nei giorni di crisi in cui la politica di Palazzo ha mostrato la corda e il Presidente della Repubblica ha dovuto sciogliere le Camere ridando la parola agli elettori – dice Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne di Rete italiana pace e disarmo – il movimento pacifista mette in campo una proposta forte che dà voce alla maggioranza dell’opinione pubblica contraria all’invio delle armi e favorevole a iniziative concrete di pace».

«Che la guerra non sia la soluzione, ma una delle principali cause delle crisi da cui il nostro sistema e la nostra società non riescono più a liberarsi, è sempre più evidente», dichiara Sergio Bassoli, coordinatore dell’esecutivo della Rete italiana pace e disarmo. «La guerra – afferma – scatena l’effetto domino in una società globalizzata, interdipendente, invadendo ogni ambito e spazio: crollano i mercati ed il commercio, aumentano i costi delle materie prime e di ogni unità di prodotto, l’inflazione galoppa ed i salari perdono potere d’acquisto, ritornano la fame, le carestie e le pandemie nel mondo». E allora, ribadisce Bassoli, «dire basta alle guerre e alla folle corsa al riarmo è nell’interesse di tutti e di tutte».

«La condanna dell’aggressione e la solidarietà con le vittime sono il punto di partenza – ribadiscono i promomotori – ma non bastano». L’obiettivo è «una grande alleanza della società civile europea, che si riconosce in cinque punti». Uno, la condanna dell’aggressione russa all’Ucraina, la difesa della sua indipendenza e sovranità, la piena affermazione dei diritti umani delle minoranze e di tutti i gruppi linguistici presenti in Ucraina; due, la solidarietà con la popolazione ucraina, i pacifisti russi e con gli obiettori di coscienza di entrambe le parti; tre, il rilancio del cessate il fuoco per l’avvio di un immediato negoziato in cui sia protagonista l’Onu; quattro, la de-escalation militare come leva fondamentale per l’iniziativa diplomatica e politica; e infine cinque, la costruzione di un sistema di sicurezza condivisa in Europa, dall’Atlantico agli Urali, fondato sulla cooperazione e il disarmo per un futuro comune.

Le iniziative sono le più diverse, frutto della creatività delle organizzazioni locali. Già ieri a Bologna in piazza Nettuno flash mob su pace e diritti umani con la partecipazione anche del presidente della Cei cardinale Matteo Zuppi. A Milano biciclettata con bandiere e fischietti dalle 17,30 a Carugate e Gallarate. A Roma alle 18 incontro sulla pace alla Casa internazionale delle donne, alle 19 preghiere alla chiesa battista, alle 20 con l’Anpi a Ponte Sisto musica con la banda Cecafumo. Appuntamento a Verona a piazza Bra dalle 11 al monumento del partigiano. A Palermo il Forum antirazzista organizza un presidio al grido di «fuori la guerra dalla storia». Corteo dalle 18 a piazza Carignano a Torino organizzato dal coordinamento Agite fino in piazza Castello. A Vicenza stasera marcia dalla statua di Ghandi nel Parco della Pace fino alla Caserma.

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