venerdì 3 aprile 2020
"Fase 2? Una sola data, 13 aprile". Css, puntiamo sui test sierologici
Una suora accompagna un feretro al cimitero di Torino

Una suora accompagna un feretro al cimitero di Torino - Ansa

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Tutto "fermo" Le cifre continuano a essere sostanzialmente quelle degli ultimi giorni e ribadiscono che siamo sul picco (con qualche vago segnale di discesa). Il quotidiano aggiornamento nazionale (insieme ai numeri dei due giorni precedenti) reso noto da Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione Civile, registra infatti 2.339 nuovi contagi (l’altro ieri 2.937, ieri 2.477). Fra questi, 1.455 in Lombardia (l’altro ieri erano stati 1.565 e ieri 1.292), ma “abbiamo processato molti più tamponi rispetto a ieri” (circa 6.800), ha detto l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera.

Il numero dei decessi anche oggi rimane alto, 776 (l’altro ieri 727, ieri 760). Fra questi, sono 351 le vittime in Lombardia (394 e ieri 367). Sempre rispetto a ieri, l'aumento dei guariti è 1.480 persone (l’altro ieri 1.118, ieri 1.431). E finora il totale dei tamponi effettuati è 619.849 (oltre 80mila tempo in più negli ultimi due giorni). I ricoverati nelle terapie intensive, infine, sono 4.078 (ieri 4.053), mentre è in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi il 62% dei contagiati. Borrelli infine deve precisare: "Mi spiace che siano state fraintese alcune mie parole di stamane. Esiste una sola data al momento per la 'fase 2' ed è il 13 aprile".

Si allunga la lista dei medici morti. Il totale - come si legge sul una sezione del sito, listata a lutto, della Federazione nazionale degli ordini dei medici - sale a 77.

Il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli sottolinea intanto che “i test sierologici ci potranno fornire indicazioni utili su chi ha sviluppato gli anticorpi” e anche questi potranno servire ”per decidere la ripresa delle attività produttive in determinate aree”, sottolinea. Se poi “come tutti i virus” anche questo genera una risposta immunitaria", quanto però questa possa durare "solo il tempo ce lo dirà". Scontato che mettere a punto un vaccino e distribuirlo su larga scala in pochi mesi è "altamente improbabile”, sul fronte delle cure “l’Aifa ha approvato studi su otto farmaci” e i tempi di validazione saranno brevi", assicura Locatelli.

I numeri infine “confermano il trend di calo dei casi positivi di Covid-19" e “confermano il trend italiano con alcune zone a più alta circolazione, a circolazione intermedia e a circolazione ancora abbastanza limitata”, tuttavia, "non c’è nessuna zona in cui il virus non circoli". Ha spiegato stamane il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro (fermo restando che i conti per capire la curva epidemica sono sui dati fino a una settimana fa). E ha aggiunto: "Il problema è dunque l’intensità e la frequenza di circolazione del virus”, un elemento “caratterizzante" che "ci deve far presente come si debba mantenere elevata la soglia di attenzione e anche le raccomandazioni adottate”.

Ancora. "Non abbiamo evidenze per dire che il virus circoli nell’aria”, ha continuato Brusaferro: "I dati che abbiamo a livello epidemiologico ci dicono che le principali vie di trasmissione sono per droplet (le minuscole gocciole di saliva, ndr) e per contatto. La trasmissione per via aerogena era stata ipotizzata e dimostrata in contesti particolari, specie in ambito sanitario”. Ma la letteratura internazionale "conferma che droplet e contatto sono i veicoli principali di infezione".

Infine, altra conferma. Le donne sono il 30% dei deceduti, "però il numero di patologie rimane lo stesso e la differenza è un elemento che necessita di approfondimento scientifico", ha detto il presidente dell'Iss.

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