venerdì 21 luglio 2017
Xavier Palma ha 24 anni, vive a Como con la mamma da quando ne aveva 10 e sul Lario ha fatto quinta elementare («l’ultimo anno in cui si faceva ancora l’esame »
«Io straniero in patria quante occasioni perse»
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Xavier Palma ha 24 anni, vive a Como con la mamma da quando ne aveva 10 e sul Lario ha fatto quinta elementare («l’ultimo anno in cui si faceva ancora l’esame », precisa), medie, superiori e ora studia Mediazione culturale e linguistica (in particolare cinese) all’Università dell’Insubria. Origine salvadoregna, ottimi rendimenti scolastici, amici italiani, sentimenti da patriota, eppure dalle leggi si sente trattato da «straniero a casa propria».

Xavier infatti non ha la cittadinanza, nonostante abbia vissuto in Italia «da una vita», e anzi potrebbe perdere il diritto a rimanerci: «Se mia madre, collaboratrice domestica, dovesse perdere il lavoro che svolge da anni, io che sono maggiorenne e sto ancora studiando rischio di perdere il diritto di stare in quello che a tutti gli effetti sento come il mio paese». È anche un esborso economico non indifferente: «Pago 20 euro al mese, ho fatto un conto di quanto costa per me e mia madre rinnovare ogni anno il permesso di soggiorno». Intanto l’assenza di cittadinanza gli ha fatto perdere diverse occasioni. Come quando era stato accettato per l’Erasmus in Svezia e aveva già ricevuto la brochure con 'Benvenuto' in svedese: «Ho rinunciato – spiega – perché avrei dovuto trasferire la residenza per alcuni mesi, perdendo così la possibilità di chiedere la cittadinanza ».

In ogni caso, con la legge attuale non può chiederla: oltre ai dieci anni di residenza continuativa, serve un reddito che lui, studente, non ha. In più, se anche potesse presentare la domanda, lo Stato impiegherebbe diversi anni– a volte anche sei – prima di rispondere.

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