martedì 18 ottobre 2022
È già allarme smog: nel bacino padano 3 città maglia nera ma secondo i dati raccolti da Legambiente nessuna realtà presa in esame rispetta al momento i valori indicati dall’Oms per la salute pubblica
Nel traffico con la mascherina. Non per il Covid ma contro lo smog

Nel traffico con la mascherina. Non per il Covid ma contro lo smog - Ansa

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Livelli degli inquinanti off-limits, traffico congestionato e misure antismog insufficienti. È lo strascico del Covid nel traffico delle nostre città. Rispetto a prima della pandemia, c’è un 10% di italiani in più che usa la macchina secondo ’Osservatorio sugli stili di mobilità degli italiani. Ma c’è anche un allarme rosso in particolare a Torino, Milano e Padova . Sono queste le tre città “maglia nera” che hanno sforato i limiti delle polveri sottili , secondo l’ultimo rapporto “Mal’aria 2022” di Legambiente. Il dossier che analizza la qualità dell’aria di 13 città italiane registrata da gennaio a inizio ottobre.

Le tre città del bacino padano hanno già sforato il limite di legge per le polveri sottili Pm10, superando le 35 giornate all’anno sopra la media giornaliera di 50 microgrammi al metro cubo. Le tre città hanno registrato rispettivamente 69, 54 e 47 giornate di sforamento.

È vero che il clima non ha aiutato: quello in corso è stato fino ad oggi uno degfli anni meno piovosi e più caldi nella storia delle rilevazioni meteoin Italia. «In particolare nelle regioni Nord Occidentali (-62% di piogge e +1,4 gradi rispetto alla media) - si legge nel dossier - con il più alto numero di giorni che hanno favorito in pianura Padana l’accumulo degli inquinanti. Alla luce di quanto successo, risulta evidente che l’allentamento della lotta alle emissioni inquinanti negli anni della pandemia

è stato un errore». Anche se in realtà la fase acuta dell’inquinamento si registra nel periodo invernale. Per quanto riguarda la concentrazione di Pm10, codice giallo per Parma (25 giornate di sforamento), Bergamo e Roma (23) e Bologna (17), che hanno già consumato la metà dei giorni sopra il limite. A seguire, le città di Palermo e Prato (15), Catania e Perugia (11) e Firenze (10), che sono già in doppia cifra.

Nessuna delle 13 città monitorate rispetta i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sia per quanto riguarda le Pm10 (15 microgrammi/metro cubo) che per le Pm2.5 (5 microgrammi/metro cubo) e l’NO2 (biossido di azoto, 10 microgrammi/metro cubo). Nel dettaglio, le polveri Pm10 hanno una media annuale, eccedente il valore indicato dall’ Oms, che oscilla dal +36% di Perugia, passando per città come Bari (+53%) e Catania (+75%), fino ad arrivare al +121% di Torino e +122% di Milano. Situazione ancora più critica per quanto riguarda le Pm2.5: lo scostamento dai valori indicati per la salute dei cittadini oscilla tra il +123% di Roma al +300% di Milano. Male anche peril biossido di azoto (NO2) : l’eccedenza dei valori medi registrati rispetto al limite consentito varia tra il +97% di Parma fino al +257% di Milano.

La predilezione degli italiani per l’auto è attribuita alle carenze del trasporto pubblico: tratte non coperte (35%), frequenza corse insufficiente e orari non affidabili (19%), mezzi scomodi, non climatizzati e poco puliti (13%), necessità di accompagnare persone con limitazioni di mobilità, come bambini, anziani o disabili (14%).

Fra le strategie adottate dall’Italia, in linea con il Piano d’azione della Commissione europea “Verso emissioni Zero” al 2050 e che mirano ad abbattere le emissioni climalteranti c’è anche quello che promuove la “decarbonizzazione dei trasporti”. In particolare nelle grandi città, verso un nuovo modello di “mobilità locale sostenibile”.

Un capitolo difficile da digerire, quest’ultimo, soprattutto a Milano dove dallo scorso 1° ottobre è attiva “Area B” la zona a traffico limitata per le auto più inquinanti (anche se relativamente “giovani”). A chiedere la sospensione del provvedimento voluto dal sindaco Beppe Sala, oltre ai pendolari più incalliti del trasporto privato, anche i primi cittadini di alcuni Comuni dell’hinterland. In altri territori, centinaia di cittadini hanno firmato una petizione. La richiesta è sempre la stessa: sospendere le restrizioni dell’Area B. E da ultimo anche i sindacati di polizia sono scesi in piazza, davanti al Comune di Milano per chiedere una deroga per le auto private dei poliziotti che si recano al lavoro. «Vale per molte professioni» ha risposto Sala, ricordando anche che «l’Ecopass fallì per un eccesso di deroghe. Per cui di deroga in deroga non si finisce più».

Ma c’è anche chi di combattere lo smog, in questo momento, non ne vuole proprio sapere. Come il sindaco di Vicenza,: «In questo momento storico di grave crisi economica e con le bollette alle stelle molti cittadini non sono in grado di cambiare la propria auto» afferma Francesco Rucco dopo la comunicazione dell’Arpav in base alla quale da oggi scatta il livello arancione con le limitazioni alla circolazione estese ai veicoli privati più inquinanti. «Bisogna assolutamente rivedere le politiche ambientali - sottolinea - è stato ormai appurato che le auto incidono molto meno rispetto agli impianti di riscaldamento industriali e domestici. Il legislatore dovrebbe tener conto della situazione e rivedere le strategie contro l’inquinamento tenendo presente della situazione attuale».


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