mercoledì 26 gennaio 2022
Provvedimento in vigore dal primo febbraio. Da Bruxelles si raccomanda di evitare richieste aggiuntive di test, come al momento è previsto in Italia e altri tre Stati
In Europa il Green pass vale 9 mesi No a tamponi per chi è già vaccinato

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l Certificato digitale Ue Covid (il Green Pass Ue) dal primo febbraio dovrà valere nove mesi in tutta l’Unione Europea. Ieri i 27 Stati membri hanno dato il via libera a un decreto delegato della Commissione Europea, che ha valore vincolante, e al tempo stesso hanno approvato una revisione sulle raccomandazioni (queste invece non vincolanti) sull’utilizzo del Certificato Ue ai fini della libera circolazione, con una richiesta chiara: stop a richieste aggiuntive di tamponi, come al momento fanno solo Italia, Portogallo, Austria e Cipro. Modifiche che hanno visto impegnati i ministri competenti per gli Affari europei nel quadro del Consiglio Affari generali. Cominciamo da un punto cruciale: la validità obbligatoria del Green Pass a nove mesi (270 giorni) riguarda esclusivamente l’attraversamento delle frontiere interne dell’Ue, non necessariamente l’applicazione nella vita quotidiana.

Tradotto: l’Italia, che invece dal primo febbraio riduce a sei mesi la validità dei certificati di vaccinazione (almeno quelli senza terza dose), non è in conflitto. Sarà sì costretta ad accettare l’ingresso nel Paese di chi ha un certificato Ue con più di sei mesi, ma non sarà tenuta a consentire al detentore di accedere alle attività riservate a chi ha un Green Pass con massimo sei mesi. «La cosa cruciale – ha dichiarato il sottosegretario per gli Affari europei francese Clément Beaune, presidente di turno del Consiglio affari generali – è garantire uniformità nella libera circolazione. Non è indispensabile armonizzare l’utilizzo a livello nazionale dei certificati, tenendo conto delle diverse situazioni sanitarie».

L’altro punto è la raccomandazione non vincolante sulla libera circolazione. Come spiega una nota del Consiglio Ue, il nuovo testo modificato approvato dai ministri afferma che, anche qui dal primo febbraio, «le misure Covid-19 dovrebbero esser prese tenendo conto dello status della persona invece che la situazione a livello regionale ». Tradotto: «determinante dovrebbe essere lo status Covid del viaggiatore, vaccinato, guarito o con tampone. Un approccio basato sulla persona (e non sul Paese da cui proviene, ndr), che semplificherà sostanzialmente le regole applicabili e fornirà ulteriore chiarezza e prevedibilità ai viaggiatori ». Il punto cruciale è che «i viaggiatori in possesso un Certificato digitale Ue Covid non dovrebbero esser sottoposti a ulteriori restrizioni al libero movimento». I tamponi andranno richiesti solo a chi non detiene il certificato.

Eccezione: per chi viene dalle zone rosso scuro (com’è in realtà quasi tutta l’Ue), si potrà chiederli prima della partenza a quanti non sono né vaccinati né guariti, considerando anche una quarantena dopo l’arrivo. Rimane inoltre un «freno d’emergenza » rafforzato: misure addizionali potranno essere applicate di fronte a nuove varianti. Resta poi la richiesta a Paesi come l’Italia di smettere di chiedere sistematicamente tamponi addizionali anche ai vaccinati.

«Gli Stati membri – affermano in una dichiarazione i commissari europei alla Salute e alla Giustizia, Stella Kyriakides e Didier Reynder – hanno riconfermato che in linea di principio il possesso di un certificato Covid digitale dell’Ue valido dovrebbe essere sufficiente per viaggiare durante la pandemia». Ricordando che «la variante Omicron si è ormai diffusa in tutta Europa ed è giunto il momento di valutare l’interruzione delle misure di viaggio supplementari introdotte da alcuni Stati membri nelle ultime settimane, che hanno reso i viaggi nell’Ue più complicati e meno pianificabili. Invitiamo ora tutti gli Stati membri ad attuare rapidamente le norme comuni per garantire coordinamento e chiarezza per i nostri cittadini e per i viaggiatori». T

rattandosi di raccomandazioni non vincolanti, resta tutto da vedere. Per quanto riguarda l’Italia, il decreto che ha imposto tamponi anche ai vaccinati per entrare in Italia scade il 31 gennaio. Secondo indiscrezioni, gli esperti del ministero della Salute sarebbero del parere che l’obbligo aggiuntivo di tampone anche per i vaccinati vada mantenuto. Sapremo nei prossimi giorni la decisione del governo.

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