martedì 24 settembre 2019
Cosa bolle nella pentola del Green new deal il piano per la riconversione del sistema economico in chiave ambientale che il governo ha messo al centro del suo programma?
Il dl del ministro Costa per ora è in stand by: prevede 19 miliardi di tagli ai sussidi nocivi per l’ambiente; bonus, invece, per l’acquisto di detersivi sfusi e la rottamazione di vecchie auto. L’idea di tassare i viaggi aerei

Il dl del ministro Costa per ora è in stand by: prevede 19 miliardi di tagli ai sussidi nocivi per l’ambiente; bonus, invece, per l’acquisto di detersivi sfusi e la rottamazione di vecchie auto. L’idea di tassare i viaggi aerei

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Cosa bolle nella pentola del Green new deal il piano per la riconversione del sistema economico in chiave ambientale che il governo ha messo al centro del suo programma?

Ieri il premier Conte ha detto che l’«l’Italia vuole il primato, la leadership» in questo campo. «Con il nuovo governo c’è stata una accelerazione pazzesca», ha aggiunto spiegando che per spingere produzioni e consumi 'verdi' in manovra si punterà soprattutto sugli incentivi. Un modo per rassicurare le categorie produttive: non penalizzazioni ma incentivi.

Concretamente però non c’è ancora nulla di definito. Il quadro comincerà a chiarirà nelle prossime settimane. Il Dl ambiente proposto dal ministro Costa è stato bloccato dal Consiglio dei ministri. Ufficialmente per raccordare meglio le misure previste con i provvedimenti e le coperture della legge di bilancio. Ma, benché tutti a parole siano a favore della svolta ambientale, c’è anche molta cautela. In politica economica non ci sono pasti gratis, direbbe qualcuno: se c’è chi guadagna c’è anche chi ci perde, a meno di non poter contare su risorse aggiuntive che nel caso italiano non ci sono. Il decreto prevede il taglio dei sussidi dannosi per l’ambiente.

Secondo il censimento di Costa questi favori fiscali tolgono 19 miliardi circa al bilancio dello Stato. L’ipotesi era quella di ridurli del 10% l’anno, quindi con un beneficio di quasi due miliardi nel 2020 per le casse pubbliche, dei quali il 50% verrebbe destinato a investimenti e incentivi pro-ambiente. Ma tra gli sconti nel mirino ci sono ad esempio quelli sull'acquisto di carburante per gli autotrasportatori e per gli agricoltori, e l’ipotesi ha già provocato reazioni allarmate tra i settori interessati.

Altro obiettivo la lotta alla plastica. Il dl prevede incentivi pari al 20% del prezzo, per chi acquista prodotti sfusi senza imballaggi, ad esempio saponi e detersivi. Si prometteva anche un bonus fino a 2mila euro per chi rottama la propria vettura (a emissioni euro 4 o precedenti). Un 'regalo' sotto forma di credito di imposta destinato ai residenti delle Città metropolitane e delle zone più inquinate, quelle interessate da procedure d’infrazione Ue, che non sarebbe collegato come in passato all'acquisto di auto ma utilizzabile in cinque anni per acquistare abbonamenti al trasporto pubblico e per la sharing mobility con veicoli elettrici.

A proposito di trasporti c’è poi l’idea di alzare la tassazione del trasporto aereo, una della grandi fonti di inquinamento del pianeta: sarebbe responsabile della produzione del 2,4% dell’anidride carbonica totale. Una scelta già fatta da diversi Paesi europei: in Germania c’è una tassa che va da 8 a 45 euro a biglietto e ora sarà aumentata anche l’Iva sui voli per ridurre i prezzi dei treni. Nel caso italiano la proposta è arrivata dal ministro dell’Istruzione Fioramonti che cerca risorse per finanziare il mondo della scuola. Peraltro il balzello ipotizzato sarebbe minimo – si è parlato di 1-1,5 euro a volo, con un gettito di poco più di 100 milioni di euro l’anno - una cifra certo non tale da disincentivare i viaggi aerei. Altra bersaglio della tassazione di scopo sarebbero poi le merendine e le bibite ad alto contenuto di zuccheri: in questo caso l’obiettivo, oltre all’aumento del gettito, sarebbe quello di ridurre i consumi di alimenti considerati poco salutari a vantaggio di produzioni più naturali: effetti però non così scontati. Per ora comunque l’ipotesi, giudicata 'praticabile' dal premier Conte, è stata bocciata dal leader M5s Di Maio.

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