lunedì 26 marzo 2018
Sanguineti, invitato in una scuola, spiega a uno studente la posizione della Chiesa sul tema. La strumentalizzazione è immediata
Il vescovo parla di omosessualità? «È odio transfobico»
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«La prima cosa che ho sottolineato è che ovviamente si tratta di persone, che in quanto tali vanno rispettate, e che ogni persona – sia omosessuale, sia eterosessuale – è molto di più del suo orientamento sessuale: ogni persona è mistero e non può essere ridotta a un solo aspetto della sua vita. Non mi sembrano espressioni di “odio transfobico”». Il vescovo di Pavia, Corrado Sanguineti, ha chiarito con pacatezza ed efficacia, in una lettera, la sua posizione in merito alle polemiche innescate da Arcigay Pavia, all’indomani di un incontro con gli studenti, lo scorso 7 marzo, organizzato dall’istituto Ipsia Cremona di Pavia. Sanguineti era stato invitato per presentare la missione e l’identità della Chiesa e del vescovo nella società: durante il dialogo con gli studenti, in un clima d’ascolto e attenzione, sono state poste varie domande, di cui una relativa alla posizione della Chiesa sul tema dell’omosessualità: «Ho affermato che in una società laica e pluralista, è giusto che lo Stato garantisca i diritti delle persone che vivono un’unione omosessuale, anche con leggi specifiche, e che tuttavia non mi pare corretto equiparare un’unione omosessuale al matrimonio, in quanto, sul piano dell’esperienza umana e storica, il matrimonio è l’unione di un uomo e una donna, aperta alla generazione dei figli – ha sottolineato il presule nella lettera di risposta indirizzata ad un quotidiano locale –. (...) Infine, ho precisato che la Chiesa, nella sua riflessione che nasce dalla Sacra Scrittura, accolta come parola ispirata da Dio, considera l’orientamento omosessuale una “tendenza disordinata” in rapporto alla natura della creazione, rivelata da Dio. Ora, con questo non ho mai detto che tutti gli omosessuali sono destinati all’infelicità, e non credo che l’insegnamento della Chiesa su questo tema e l’accompagnamento che offre alla libertà delle persone cristiane omosessuali possa essere inteso come violenza, come “pietre scagliate” contro qualcuno, come disprezzo e discriminazione».

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