domenica 17 settembre 2017
Il primo cittadino: «Minacce e furti da parte di 180 migranti tunisini». Ma l'ex sindaco rassicura: non risultano denunce, solo un furto dall'ortolano
Sindaco di Lampedusa: «Isola nel caos». Ma il parroco e Nicolini smentiscono
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«Minacce, molestie, furti. Immigrati ubriachi che bivaccano nelle strade e nei bar e molestano le donne». È il quadro che fa di Lampedusa il sindaco Salvatore Martello (Pd, con un passato nel Pci), che denuncia come l’isola sia allo stremo a causa degli immigrati fuori controllo. E chiede la chiusura dell’Hot spot, «una struttura inutile che non serve a niente». Nonostante in passato l’isola - i cui abitanti sono stati più volti candidati al Nobel per la Pace - sia stato in grado di assorbire la presenza di migliaia di migranti, adesso «Lampedusa è al collasso - denuncia il sindaco - le forze dell’ordine sono impotenti, nel centro ci sono 180 tunisini molti dei quali riescono tranquillamente ad aggirare i controlli: bivaccano e vivono per strada».

Un grido a cui però non crede Giusi Nicolini, già primo cittadino (sempre Pd) che accusa il successore - che vinse le elezioni proprio contro Nicolini – di voler « fare del terrorismo». Secondo Nicolini, «basterebbe controllare il numero delle denunce presentate ai carabinieri: a me risulta solo un furto da un negozio di frutta e verdura, inoltre l’isola è piena di turisti e non mi pare che ci siano state molestie da parte di tunisini ». Ma a smentire il sindaco arriva anche il parroco. «Sono sorpreso, io vedo un’isola vivibilissima», dice don Carmelo La Magra che ripete: «Io vedo un’isola tranquilla e vivibilissima, piena di turisti». Tuttavia «il sindaco avrà avuto carte e dati alla mano perché - osserva il sacerdote - se è vero quel che denuncia sarebbe grave. Magari ha qualche notizia più certa, ma io non vedo disordini».

A poche miglia, intanto, si consumava un episodio altrettanto misterioso nei risvolti. Un peschereccio della flotta di Mazara del Vallo, 'Anna Madre', è stato sequestrato da una motovedetta tunisina nelle acqua internazionali a sud di Lammpedusa e ora si starebbe dirigento verso il porto di Sfax. L’ambasciatore italiano Raimondo De Cadorna si è subito attivato per seguire il caso e incontrerà il ministro tunisino della Pesca, Samir Taieb. Già nelle settimane scorse la stessa nave italiana era stata attaccata da natanti tunisini. Il peschereccio trasporta quintali di gamberetti, pescati in acque internazionali poiché notoriamente è impossibile trovarne nelle acque territoriali tunisine. Ma è dalla risposta del ministro della Pesca che si capirà qual è il vero messaggio di Tunisi per l’Italia.

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