martedì 1 agosto 2017
Dal Marocco a 4 anni, oggi ne ha 23 e una laurea
Il ricordo dell'infanzia? Un campanile umbro
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«Quando ripenso alla mia infanzia, ai primi ricordi che ho dell’Italia, mi viene in mente l’immagine del campanile che vedevo dalla finestra di casa nostra. Ero molto incuriosita dal suo aspetto e dai suoi rintocchi». Sara, arrivata dal Marocco in Umbria quando aveva solo quattro anni, ha passato molte ore a giocare con gli altri bambini nell’oratorio di quella chiesa e quando è diventata grande ha voluto avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. «Per me si tratta di un arricchimento, di una preziosa occasione di scambio. I miei genitori mi hanno insegnato il rispetto degli altri e rispettare significa anche conoscere».

Si racconta con un delizioso accento perugino di cui va fiera, mentre il profumo della sua corona d’alloro riempie la sua stanza.

«Mi sono laureata la scorsa settimana in Comunicazione internazionale. Ho studiato e lavorato contemporaneamente per mantenermi da sola. Ora voglio proseguire con gli studi magistrali». Pensa al futuro con coraggio, ma non nasconde la sua ansia. «Il mio permesso di soggiorno è scaduto alcuni giorni fa».

Ora che ha ventitré anni vorrebbe chiedere prima la carta di soggiorno, unendo i suoi redditi a quelli dei suoi genitori, e poi presentare la domanda di cittadinanza. «Mi sento sempre a disagio quando devo rinnovare i documenti, perché mi sento italiana in tutto e per tutto. Quando ho fatto l’Erasmus in Portogallo e mi chiedevano le mie origini dicevo sempre con spontaneità che venivo dall’Italia. Non portando il velo perché non ho maturato questo scelta di fede, nessuno immaginava le mie origini marocchine».

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