giovedì 16 luglio 2020
Sono atterrati a Fiumicino 10 profughi grazie al canale sicuro voluto dal Papa già nel 2016 dopo la sua visita sull'isola greca
Alcuni dei 10 rifugiati provenienti dall'isola greca di Lesbo scesi dal primo volo umanitario, dopo la chiusura degli scali per la pandemia da Coronavirus

Alcuni dei 10 rifugiati provenienti dall'isola greca di Lesbo scesi dal primo volo umanitario, dopo la chiusura degli scali per la pandemia da Coronavirus - Ansa

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Sajjad ha 11 anni, è appena arrivato a Roma con un aereo da Atene. Ha sognato questo momento da tanto tempo, lo aspetta un futuro diverso, lontano da quel campo profughi di Lesbo dove ha vissuto finora. Sajjad è uno dei bambini salvati grazie ai corridoi umanitari del Papa.

Dopo la pandemia da Coronavirus oggi è stato possibile ripristinare il primo corridoio umanitario: oltre a Sajjad su quel volo da Atene c'erano altre 9 persone, sono i primi rifugiati che papa Francesco ha voluto portare in salvo attraverso l'Elemosineria Apostolica e la Comunità di Sant'Egidio. E si aggiungono 57 già venuti in Italia, con diversi viaggi, il primo effettuato il 16 aprile 2016 a bordo dello stesso aereo con cui il Papa era tornato a Roma dopo la sua storica visita a Lesbo.

Le persone profughe appartengono a famiglie che non erano erano riusciti a partire nel dicembre scorso per motivi contingenti e, successivamente, erano rimaste bloccate dal diffondersi del Coronavirus e il conseguente blocco di tutti i voli.
Oggi finalmente sono atterrate a Fiumicino, dove hanno concluso tutte le procedure di ingresso.

"Il primo corridoio umanitario dopo il lockdown - spiega una nota della Comunità di Sant'Egidio - è stato reso possibile grazie ad una preziosa sinergia tra le autorità italiane e greche, in particolare tra il Viminale nella persona del Capo Dipartimento Michele di Bari e il ministero dell'Immigrazione e Asilo greco".

"I corridoi umanitari - ha spiegato il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi - non sono finiti, per queste famiglie c'è stata una lunghissima attesa, sembrava che tutto fosse chiuso, invece i corridoi si riaprono. Questa è una grande speranza e gioia. Credo che la scarsità di risorse che stiamo vivendo in questo tempo di pandemia si certamente un grosso problema ma c'è bisogno di concentrare gli aiuti. Ora per per tutti questi profughi si apre un percorso individualizzato".


Va ricordato che con il sistema dei corridoi umanitari sono giunti finora in Europa oltre 3mila profughi dal Medio Oriente e dall’Africa.

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