venerdì 19 giugno 2020
Dal cartello delle associazioni 'Mettiamoci in gioco' a esponenti di Pd e 5 Stelle, fronte compatto contro la Regione che vuole un ritorno al passato sulle slot nei pressi dei 'luoghi sensibili'
"Blitz" per far saltare la legge che limita il gioco d’azzardo

Ansa

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Torna a salire in Piemonte la tensione attorno al gioco d’azzardo e la società civile si mobilita contro i propositi di un ritorno al passato. A scatenare l’allarme è un emendamento presentato dalla maggioranza alla legge regionale di bilancio in discussione in questi giorni. Obiettivo: modificare la legge regionale in vigore, considerata una delle più severe in Italia sulla prevenzione e il contrasto al gioco d’azzardo patologico (Gap).

Un «blitz notturno», lo definisce l’opposizione; una modifica che ha l’obiettivo di salvare posti di lavoro, spiega invece la giunta. L’emendamento abolisce la retroattività del divieto di installazione di macchinette per il gioco d’azzardo in locali vicini ai cosiddetti 'luoghi sensibili' come scuole, parrocchie, istituti di credito. «Ferma contrarietà all’emendamento » è stata espressa dal cartello delle associazioni 'Mettiamoci in gioco', che promuove da anni la Campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo. In una nota si dice che «di fatto l’emendamento mina alla radice l’efficacia della legge regionale, che ha permesso la chiusura di numerose opportunità di gioco». Il raggruppamento di sigle che sostiene la campagna punta il dito sul modo in cui si è arrivati alla presentazione dell’emendamento, «in un blitz notturno con il quale si è inserita la nuova norma in un decreto omnibus che ha tutt’altre finalità ».

'Mettiamoci in gioco' parla quindi di un «cedimento agli interessi della lobby dell’azzardo» reso ancora più grave dal momento economico e sociale particolarmente delicato. Interpretazione respinta al mittente da Andrea Tronzano, assessore alle attività produttive della Giunta Cirio, che in una dura nota afferma: «Vedo che le strumentalizzazioni delle opposizioni sono tante. Mi spiace. Ricordo che i dati dei monopoli dimostrano con chiarezza che il gioco si è solo spostato su altre tipologie e quindi in Piemonte non è diminuito. Ricordo che con l’eliminazione del gioco legale è aumentata l’illegalità ». Lo stesso poi aggiunge che «oggi il problema dei piemontesi è il lavoro e noi vogliamo salvare i posti di lavoro. Non abbiamo fatto alcun blitz e non siamo furbetti della notte. Non vogliamo cambiare la legge quando parla di prevenzione, salute, cura, sensibilizzazione. Ricordo che chi ha aperto dopo il 2016 si adegua alla legge attualmente in vigore, anche se cambieremo l’articolo che agisce sulla retroattività». E proprio sugli effetti della legge si consuma l’ennesimo scontro.

La legge del maggio 2016 – dice Monica Canalis, vicesegretaria Pd Piemonte e consigliera regionale – ha dimostrato di funzionare: «In Piemonte il gioco d’azzardo è calato del 9,7% (a fronte di un aumento del 1,6% nel resto d’Italia), le perdite dei cittadini sono diminuite del 17,8% e i due terzi delle somme non giocate nel 2018 non sono state reinvestite in altri giochi. In questo contesto il volume delle giocate online è cresciuto (+45%), ma meno che nel resto d’Italia (+48%)».

Da qui la promessa: «Il Pd e le altre forze di minoranza faranno di tutto per fermare questa decisione». Giovanni Endrizzi, senatore 5 Stelle, dopo aver ricordato provvedimenti simili assunti da altre amministrazioni locali nei mesi scorsi aggiunge: «Le Regioni stanno cedendo nella tutela della salute». E fa notare che «nell’ordinamento italiano il principio di non retroattività della legge è inviolabile solo in ambito penale. In altri ambiti la retroattività è possibile. E non esistono diritti acquisiti intoccabili, sicuramente non dove sono è in ballo la salute e la sicurezza di cittadini e famiglie».

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