sabato 18 settembre 2021
Riprende vigore la campagna vaccinale grazie a prenotazioni e somministrazioni che, in alcuni casi, come sta accadendo in Lombardia, sono raddoppiate. Intanto la pandemia in Italia arretra
Controllo del Green pass a Palazzo Marino, a Milano

Controllo del Green pass a Palazzo Marino, a Milano - Fotogramma

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L’estensione dell’uso del Green pass imprime un’accelerata alla campagna vaccinale. Prenotazioni e somministrazioni aumentano nella maggior parte delle regioni e raddoppiano in Lombardia, dove l’effetto della prossima introduzione dell’obbligo del certificato verde sui luoghi di lavoro si fa sentire, con le adesioni passate da 6.231 a 13.791 in un giorno. Ieri il Piemonte, ha registra quasi 4.100 nuove adesioni sino alle 18, rispetto al totale di venerdì scorso quando, alla stessa ora, erano state 1.900. Nel Lazio le prenotazioni e inoculazioni sono cresciute del 10%, mentre in 24 ore in Liguria 1.553 persone tra i 18 e i 69 anni hanno prenotato la dose di vaccino, oltre alle persone che si immunizzano senza prenotazioni. In generale, con 82 milioni di dosi effettuate e più di 40,7 milioni di immunizzati, la campagna è a buon punto, anche se restano 3,4 milioni di over 50 che non hanno effettuato neanche la prima dose.

Nonostante ciò, la pandemia in Italia arretra. Lo evidenziano tre indici chiave riportati dal monitoraggio settimanale del Governo. L’Rt medio (il tasso di contagiosità calcolato sui casi sintomatici) è sceso ancora nel periodo 25 agosto - 7 settembre, attestandosi allo 0,85 dal precedente 0,92; giù anche l’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti, passata, nel valore nazionale, da 64 della scorsa settimana a 54 del periodo 10-16 settembre. Inoltre, il tasso di occupazione in terapia intensiva dei malati Covid e del 6,1%, con il numero di persone ricoverate in diminuzione da 563 (del 7 settembre) a 554 di martedì scorso. Lo stesso valore nella scheda sugli indicatori decisionali che accompagna il monitoraggio settimanale, è ancora più basso: 5,8. Anche il tasso di occupazione nelle aree mediche diminuisce leggermente fino al 7,2%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in diminuzione da 4.307 (7 settembre) a 4.165 (14 settembre).

Le aree a rischio moderato salgono invece da 3 a 4: e sono Molise, Abruzzo, e le province autonome di Trento e Bolzano. L’incidenza più alta di casi di questa settimana sono quelli di Sicilia (109,1 per 100mila abitanti), Bolzano (90,5) e Calabria (84,8). Rispetto al livello di occupazione dei posti in area medica, Sardegna e Calabria hanno un valore di occupazione dei posti letto sopra la soglia massima (15%): la Sardegna è al 20,7% e la Calabria al 17,4%. Per le terapie intensive, invece, le regioni oltre soglia massima (10%) sono: Marche (12,9%), Sicilia (11,8%), Sardegna (11,3%) e Calabria (10,7%).

«La situazione epidemiologica vede l’Italia ben collocata: la circolazione virale è più bassa rispetto ad altri Paesi. Ciò riflette due elementi: il mantenimento delle misure di contenimento e protezione, mai dismesse, e il fatto di aver raggiunto buoni livelli di copertura vaccinale, anche se migliorabili soprattutto nelle fasce d’età più alte». Così Sergio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss). «L’ultima curva con la variante Delta è in fase di decremento anche questa settimana», ha quindi aggiunto, lodando l’atteggiamento dei giovani, i quali «in pochissimo tempo hanno raggiunto coperture significative del 78-79% con prima dose, tra i 20 e 29 anni. La stessa cosa sta avvenendo tra 12 e 19 anni, con prima dose al 63%. È un dato in crescita, un messaggio di speranza». Le fasce giovani sono «attente e consapevoli sulla vaccinazione – ha evidenziato Brusaferro –. Ora guardiamo con attenzione alle scuole, perché vogliamo che rimangano in presenza. Siamo in una situazione in cui, grazie alle vaccinazioni, possiamo immaginare una strategia di controllo della circolazione del virus».

Ieri intanto sono stati rilevati 4.552 positivi, con un tasso di positività stabile all’1,6%. 66 i decessi. Nelle terapie intensive italiane ci sono 6 pazienti in meno (525 i letti occupati); 29 in meno, rispetto a giovedì, i ricoverati nei reparti non critici.

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