sabato 22 luglio 2017
Lettera al premier: «A settembre scelte vere. No a una campagna elettorale sui figli». Il presidente lancia la sfida in vista della conferenza programmatica.
De Palo a Gentiloni: in Manovra 4 miliardi per il fattore famiglia
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La data c’è, 28-29 settembre. Anche la località, Roma. E i tavoli di lavoro sono stati preparati con cura, con uno sguardo a 360 gradi: demografia, fisco, temi giuridici, politiche territoriali. A 7 anni dall’ultimo appuntamento a Milano, torna nell’agenda del Paese la Conferenza programmatica sulla famiglia. Un’occasione da non sciupare, da non minimizzare o addirittura rinviare usando magari come pretesto le recenti dimissioni del ministro Enrico Costa. Anche perché l’interim l’ha assunto Paolo Gentiloni in persona. Ed è a lui, al premier, che il presidente del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo, ha scritto una lettera perché l’appuntamento «non solo venga confermato, ma sia vissuta come una grande occasione di rilancio». Questo, scrive De Palo, «è il momento delle famiglie, non possiamo più aspettare». Senza un ministro titolare, «il presidente del Consiglio viva da protagonista questo evento anche in vista della legge di stabilità nella quale, come più volte promesso, ci auspichiamo di trovare un impegno serio per una riforma fiscale che metta al centro le famiglie».

I rischi che intravede il Forum sono chiari: le dimissioni di Costa, il clima da fine legislatura, le dure battaglie politiche intorno alla prossima manovra. Un mix di elementi che potrebbe portare nuovamente a 'sacrificare' la famiglia in legge di stabilità a favore di altri misure. Con la beffa che, in contemporanea, i leader in campagna elettorale si sfiderebbero a colpi di annunci e promesse fatte a mamme, papà e giovani coppie. «I figli non possono essere solo un tema da campagna elettorale», è l’allarme di De Palo per dire che la famiglia ha bisogno di risorse ora, subito, non domani. «L’inverno demografico – scrive il presidente del Forum a Gentiloni – era prevedibile ieri, è un dato di fatto oggi. Si poteva immaginare una terapia, e invece nulla. Con il risultato che oggi mettere al mondo un bambino in Italia è una delle prime cause di povertà».

L’obiettivo del Forum, quindi, non è solo che la famiglia scali posizioni nell’agenda dei partiti. Ma che già nella manovra che governo e Parlamento si apprestano a varare si individui il fisco sui nuclei con figli come leva di giustizia e di crescita per tutto il Paese. E la Conferenza programmatica sarebbe la cornice ideale dove costruire un consenso vasto e trasversale tra le parti politiche. La proposta del Forum è nota: il 'fattore famiglia', ovvero l’individuazione di una no tax area mobile legata agli indici di povertà Istat. Una soglia flessibile che tiene conto non solo del reddito disponibile ma anche dei carichi familiari. Per essere chiari: a parità di salario, la no tax area di un lavoratore con moglie e figli a carico è più estesa rispetto a ciò che spetta ad una persona che vive da sola. E più bambini ci sono in casa, più cresce la soglia oltre la quale si inizia a pagare l’Irpef, in base a dei coefficienti e a delle scale di equivalenza. Una riforma dell’Irpef che non tocca le aliquote e che, contemporaneamente, dà una risposta definitiva agli incapienti adeguando il loro reddito alla soglia di povertà Istat - e, soprattutto, incoraggia a mettere al mondo bambini. Fatto non irrilevante, incoraggia anche l’occupazione femminile, poiché la no tax area della moglie lavoratrice resta più vantaggiosa. La misura è sistemica e con il suo costo strutturale, 14 miliardi, coprirebbe tutte le famiglie italiane. Ma da anni ormai il Forum, facendo esercizio di responsabilità, ne chiede un’introduzione a tappe, nell’arco di un quinquiennio. Con un primo step da 3-4 miliardi, ad esempio, si inizierebbe a dare un primo sollievo alle famiglie numerose, quelle con più di 3 figli, e si comincerebbe a dare un minimo assegno di dignità agli incapienti (e qui ci potrebbe essere un lavoro di integrazione con quanto si sta facendo circa il reddito d’inclusione). Nel giro di cinque anni, arrivando al finanziamento pieno, chi vive in povertà assoluta assesterebbe le proprie entrate sugli indici Istat e tutte le famiglie potrebbero vedere nei fatti che lo Stato premia e non punisce la scelta di sfidare l’inverno demografico. Il punto, spiegano De Palo e il Forum è che bisognava iniziare 'ieri': è quindi incomprensibile rinviare a un 'domani' che in politica rischia talvolta di diventare 'mai'.

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