mercoledì 6 dicembre 2017
«Negli anni della crisi sono aumentati i bisogni non soddisfatti dai sistemi sanitari pubblici, l’accesso alle cure si è contratto ed è aumentata invece la spesa coperta dal cittadino»
«I vaccini? La risposta a populismi e paure»
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Si accalora parecchio quando gli chiedi dei No Vax. Un po’ per indole e un po’ perché, da medico, non sopporta i colleghi che barano. «Provo dolore quando leggo sui social networkdegli scienziati sostenere falsi miti e propalare messaggi fuorvianti prendendo argomenti scientifici e citandoli a sproposito, fuori dal contesto»: per il lituano Vytenis Andriukaitis, commissario europeo alla salute e sicurezza alimentare, che recentemente si è scontrato a distanza con i 5 Stelle proprio sul tema delle vaccinazioni, queste semplificazioni sono moneta corrente sul mercato dei populismi, i quali «rappresentano un fenomeno non solo italiano».

A dieci anni dalla crisi l’Europa è più povera: è anche più malata?
I dati ci dicono che c’è un divario crescente tra la parte ricca e quella povera della società europea e che c’è stata una riduzione della classe media. Se prendiamo il coefficiente Gini – che misura la diseguaglianza della distribuzione – capiamo che esiste una diseguaglianza persistente che attraversa la società in tutti i Paesi dell’Unione europea. Abbiamo chiesto agli esperti dell’Ocse di presentare il rapporto Health at a Glance e abbiamo potuto verificare senza ombra di dubbio che nei settori più poveri della società europea negli anni della crisi sono aumentati i bisogni non soddisfatti dai sistemi sanitari pubblici, l’accesso alle cure si è contratto ed è aumentata invece la spesa che ha coperto il cittadino di tasca sua. Lo stesso rapporto ci dice che alla base della società europea, nelle fasce sociali più deboli, si ha un’incidenza maggiore di obesità, malattie cardiovascolari e cancro.

Esiste un link con l’alimentazione?
Secondo gli esperti che abbiamo interpellato i poveri subiscono maggiormente la pressione ad alimentarsi con cibi di peggiore qualità, a fumare e a bere, fanno meno attività fisica e sono vittime della depressione. Questa è l’eredità della crisi, è inconfutabile, e riguarda soprattutto donne e bambini.

Ne siamo consapevoli? Esiste una percezione pubblica diffusa del problema che si traduce in populismo: la gente non condivide le idee ma reagisce alla sofferenza indotta dalla crisi. Il caso dei vaccini è un segnale della pericolosità di questa deriva.

Lei ha usato parole durissime contro i No Vax, parlando di «responsabilità morale » nella morte dei bambini. Nessun ripensamento?
Guardi, la Commissione pone una domanda semplice alle mamme europee: volete proteggere i vostri bambini da malattie mortali? E magari una seconda: volete che lo Stato usi i soldi pubblici per proteggere i vostri bambini? Se vi dicessimo che in due mesi ci potrebbe essere una ondata di malattie mortali che potrebbero colpire i bambini europei, le mamme si preoccuperebbero o no? Nella Storia c’è una lunga serie di epidemie che hanno sterminato la popolazione europea, a partire dagli infanti. Succederà di nuovo. È inevitabile in un mondo in cui c’è libertà di movimento e di commerci; paradossalmente la situazione oggi è più pericolosa di vent’anni fa.

I vaccini sono uno strumento anche per gestire i flussi migratori?
Sono uno strumento utile per creare una immunità collettiva, sia contro le ma-lattie che contro le paure immotivate verso lo straniero, di cui si alimentano molti populismi.

I vaccini non sono anche un bel business?
Chi lo sostiene non ha fatto i conti: se confrontiamo i margini della produzione di vaccini rispetto ad altri medicinali, essi sono indiscutibilmente più bassi. L’accusa economica fa il paio con quella che i vaccini portano l’autismo o che si possa evitare di vaccinare il proprio figlio perché basterebbe un’alimentazione sana a sviluppare anticorpi. Falso! Servono le medicine, non basta un’alimentazione vegana e tante vitamine, come leggo su qualche sito... Anche in Italia però c’è chi la pensa così. Cosa rispondete? Se il governo italiano presenta una lista di vaccinazioni basate su prove scientifiche, le mamme italiane dovrebbero essere soltanto felici di quest’opportunità e sostenerla.

La Commissione è preoccupata per questa resistenza ai vaccini?
Sì, perché il fenomeno non è solo italiano, ma europeo e anzi globale.

Cosa intendete fare per contrastarlo?
Siamo pronti a spiegare ancor meglio i vantaggi della vaccinazione, anche qui: abbiamo notato che in Italia c’è una certa resistenza in alcuni settori alla vaccinazione e ci sono politici che usano questo a fini di propaganda.

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