venerdì 8 novembre 2019
Il «Diocesano» ospita l'«Adorazione» di Artemisia Gentileschi prestata dalla diocesi di Pozzuoli. E dopo i vescovi Delpini e Pascarella, si prepara ad accogliere altri visitatori. Molto speciali
Milano, Museo Diocesano: l'«Adorazione dei Magi» di Artemisia Gentileschi proveniente dalla Cattedrale di Pozzuoli (foto Itl-Mariga)

Milano, Museo Diocesano: l'«Adorazione dei Magi» di Artemisia Gentileschi proveniente dalla Cattedrale di Pozzuoli (foto Itl-Mariga)

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Carcerati e clochard. Malati di Aids e donne dei centri diurni della Caritas. Persone ipovedenti e subvedenti. Ragazzi degli oratori e fedeli adulti delle parrocchie ambrosiane. Gruppi di anziani. E pure qualche vescovo e un po’ di preti. Ecco chi c’è nel corteo dei Magi accolto nell’abbraccio dei chiostri di Sant’Eustorgio. Ecco l’oro, l’incenso e la mirra recati dai sapienti d’Oriente fino al Museo Diocesano di Milano. Qui, accanto all’antica basilica che custodisce le reliquie dei Magi, l’incontro di Betlemme si rinnova. E si fa incontro alle donne e agli uomini del nostro tempo.
Merito dell’iniziativa «Un capolavoro per Milano», che per la prima volta dal 2001 porta al Museo Diocesano «Carlo Maria Martini» un’opera realizzata da un’artista donna: si tratta dell’Adorazione dei Magi di Artemisia Gentileschi (Roma 1593-Napoli, post 31 gennaio 1654), proveniente dalla Cattedrale di Pozzuoli. Esposta al Diocesano dal 29 ottobre scorso, la grande tela di 3,10 per 2,06 metri vi rimarrà fino al 26 gennaio del 2020.
L’edizione 2019 del «Capolavoro per Milano», curata da Nadia Righi (direttrice del Museo Diocesano) e da don Roberto Della Rocca (incaricato per i Beni culturali della diocesi di Pozzuoli) è realizzata in collaborazione con la diocesi di Pozzuoli e l’arcidiocesi di Milano. E sono stati i loro vescovi, Gennaro Pascarella e Mario Delpini – nella mattina di giovedì 7 novembre – ad offrire ad un gruppo di preti ambrosiani convenuti al museo parole di riflessione ispirate al dipinto, al suo messaggio spirituale e al valore ecclesiale e culturale di questa iniziativa del Diocesano che dal 2001 illumina ogni anno il tempo d’Avvento e quello del Natale, «ma che solo quest’anno, per la prima volta – ha sottolineato Nadia Righi – oltre a portare l’opera di una donna pittrice, è stata resa possibile dalla collaborazione con una diocesi, quella di Pozzuoli, al fianco di quella di Milano; e sempre per la prima volta, e grazie al contributo dell’architetto Alessandro Colombo, ha portato alla realizzazione di un "allestimento capolavoro", che rievoca nelle nostre sale quello straordinario monumento che è la Cattedrale di Pozzuoli», ha aggiunto la direttrice del Diocesano, prima di guidare i sacerdoti alla visita dell’opera.

Porte aperte a famiglie, oratori, parrocchie. E visitatori subvedenti

Ma non ci sono solo vescovi e preti, sui passi dei Magi. «Grazie alla collaborazione con Caritas Ambrosiana e alla sua Area Grave emarginazione – ha ricordato Righi – rilanciamo l’impegno a coinvolgere con visite e iniziative specifiche categorie "fragili" come gli anziani, i malati di Aids, le donne dei centri diurni Caritas – particolarmente incuriosite e "provocate" dall’ospitalità data ad una donna artista di grande talento e dalla biografia affascinante e drammatica come quella di Artemisia. Alcune visite coinvolgeranno i "Gatti Spiazzati", il gruppo di senza dimora ed ex clochard che si raccoglie al centro diurno "La Piazzetta" di Caritas Ambrosiana. E stiamo lavorando per accogliere anche persone detenute negli istituti di pena milanesi, come Opera. Il nostro servizio educativo, inoltre, è sempre a disposizione per le visite guidate di oratori e parrocchie». Senza dimenticare le attività rivolte a famiglie con bambini.
Novità dell’edizione 2019, riprende Righi, è il progetto «DescriVedendo», che tra visite guidate e materiali ad hoc permetterà anche a persone ipovedenti o subvedenti di accostarsi all’opera. «Un progetto che doneremo alla diocesi di Pozzuoli», ha anticipato la direttrice del Diocesano (per informazioni sulle iniziative, le date, le modalità di partecipazione: 02.89420019; www.chiostrisanteustorgio.it).

Sui passi dei Magi con i vescovi Delpini e Pascarella

E di esperienza che unisce «Chiese sorelle» ha parlato il vescovo di Pozzuoli, Pascarella: «Non tutti, da noi, erano favorevoli a questo prestito. "La Cattedrale non è un museo, non deve privarsi dei suoi capolavori", mi è stato detto. Ma l’arte è di tutti, ecco cosa penso io. E fra Chiese sorelle è auspicabile uno scambio anche sul piano dei beni artistici, a maggior ragione quando l’iniziativa ha una motivazione spirituale». Pascarella, quindi, ha offerto la sua lettura dell’opera ora in "trasferta" a Milano. «I Magi sono simbolo e volto della cattolicità e dell’universalità della Chiesa. Maria, che presenta il Figlio ai Magi – dunque a dei pagani – è simbolo della Chiesa chiamata a donare Gesù Cristo a tutti, è volto della Chiesa in uscita cara a papa Francesco. E il Bambino, che attende i Magi a braccia aperte, è la Chiesa che – dalla sua "cattedra dei poveri" – accoglie, abbraccia, offre a tutti l’amore del Dio Trinità».
L’arcivescovo Delpini (in www.chiesadimilano.it il testo integrale) ha contrapposto alle «tentazioni dello sguardo» alle quali tutti siamo sottoposti – «lo sguardo incredulo e scettico», quello «distratto», quello «possessivo» – lo sguardo di Gesù, che «chiama a conversione, offre amicizia, vede e prova compassione». E lo sguardo dei Magi, nel quale si intrecciano stupore, commozione, letizia, docilità ai segni, disponibilità a mettersi in viaggio, ad attraversare smarrimenti e gioie, per arrivare all’incontro con Gesù. Uno sguardo, ha affermato Delpini commentando il dipinto, «in cui si riassume la storia di una fede». L’arcivescovo di Milano si è detto particolarmente colpito «dal Mago anziano, inginocchiato ai piedi di Gesù». Così, alla conclusione, il suo intervento si fa invocazione: «Sapiente d’oriente, insegnaci lo sguardo credente, lo sguardo semplice, lo sguardo stupito che si commuove e gioisce. Sapiente d’oriente, insegnaci lo sguardo vigile, docile ai segni che aprono orizzonti, che convincono a mettersi ancora in cammino. Sapiente d’oriente, insegnaci il desiderio ardente che non misura la fatica, la sete che tormenta e cerca la sorgente per vivere, per trovare consolazione, per entrare nel "finalmente" della terra promessa. Sapiente d’oriente, insegnaci a unificare la vita in uno sguardo, in un sospiro, in un grazie: ora i miei occhi ti hanno veduto».

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