domenica 2 aprile 2017
I tribunali dei minori non possono diventare 'sezioni' dei Tribunali ordinari; questa l'opinione dell'associazione dei magistrati minorili dell'Ainmf
I giudici minorili: con la riforma dei Tribunali competenze azzerate
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I tribunali dei minori non possono diventare 'sezioni' dei Tribunali ordinari. Non possono perdere le loro funzioni di rappresentanza esterna. Non possono essere confusi, proprio per la delicatezza e la sensibilità delle questioni trattate, con i giudici ordinari che si occupano di tutt’altro. E soprattutto le procure minorili sono uffici così particolari – quasi più sociali che giudiziari – che sarebbe impensabili accorparli con altre realtà. Ecco quello di cui sono convinti i magistrati minorili che fanno parte dell’Aimmf (Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia) che hanno preferito rispondere alle nostre domande in modo non nominale.

Perché temete che la riforma intaccherebbe l’autonomia dei giudici minorili?

I Tribunali dei minorenni e le relative procure sono organismi autonomi i cui capi degli uffici hanno obblighi e autonomie organizzative rispetto alle molteplici funzioni cui devono far fronte, sia nel settore civile che nel settore penale. Non solo i magistrati che compongono gli uffici sono nominati dal Csm (che ne stabilisce l’organico a priori e non hanno l’obbligo del trasferimento dopo dieci anni come gli altri colleghi) ma ogni tribunale e procura minorile dispone di personale amministrativo senza il quale i provvedimenti sarebbero lettera morta e di locali separati dagli uffici ordinari dove i minori da ascoltare non incontrano il caos che di norma caratterizza gli uffici giudiziari ordinari, in una logica di 'protezione' del minore.

Cosa intendete quando parlate di 'rappresentanza esterna'?

Il presidente e il procuratore possono stipulare protocolli o convenzioni con Forze dell’Ordine, Ospedali, Scuole, Comuni e Regioni su argomenti che coinvolgono i minori e la segnalazione del loro disagio o le modalità di intervento sulla loro cura. E tutto questo con la riforma scomparirebbe.

Perché siete convinti che anche le risorse verrebbero meno?

Con la soppressione e la trasformazione dei tribunali per i minorenni in sezioni del tribunali ordinari e le procure minorili in 'gruppi specializzati' delle procure distrettuali, il potere di organizzare e disporre delle risorse passa ai capi degli uffici ordinari (presidenti dei tribunali e procuratori della Repubblica).

E quali conseguenze ci sarebbero?

In pochi anni la cultura minorile sparirebbe fagocitata dai bisogni degli adulti, contro ogni indicazione europea.

Ma le 'sezioni' specializzate all’interno dei tribunali ordinari non assicurerebbero comunque il funzionamento della giustizia minorile?

Con la carenza di organici e di risorse degli uffici ordinari e le pressioni anche mediatiche che il mondo della giustizia degli adulti subisce, immediatamente un capo ordinario e non formato al minorile, privilegerebbe gli organici dedicati agli adulti, depauperando il già modesto comparto minorile.

Che opinione hanno di questa riforma i vostri colleghi dei tribunali ordinari?

I presidenti e i procuratori di grossi tribunali e procure come Milano e Torino, già oppressi dalla fatica di organizzare vere e proprie aziende con sempre meno risorse, sono atterriti all’idea di doversi occupare anche della organizzazione di un settore così complesso e sconosciuto e hanno aderito al nostro manifesto.

Quali sono le particolarità del giudice minorile che sarebbero a rischio con la riforma?

La nostra è un’attività molto articolata e complessa – penale, civile e ammini-strativa – ma legata dal comune denominatore di una giustizia 'child friendly' che si esprime con la presenza nei collegi giudicanti di Giudici onorari che integrano il sapere giuridico del togato con la competenza psicologica, assolutamente irrinunciabile quando si affrontano problematiche evolutive o patologie familiari o disfunzioni della relazione familiare.

Stesso pericolo per le procure minorili?

Forse ancora di più. Qui si fa un grosso lavoro civile di scrematura delle segnalazioni di abbandono, maltrattamento, abuso e disagio che riceve. Questo lavoro civile è ignorato agli avvocati perché si svolge in una fase pre-processuale ed è oltre il doppio di quello penale. Inoltre la procura minorile tratta indagini penali con finalità di recupero del minore coinvolto e non con finalità repressive, il minore autore di reato è spesso anche una vittima di una famiglia che non funziona e va quindi non solo punito ma anche tutelato. Insomma è un ufficio che non ha quasi nulla di simile alla Procura ordinaria, a parte il nome, perché il recupero si raggiunge attraverso la conoscenza (imposta dalla legge) della personalità del minorenne e del suo livello di maturazione, attraverso tante possibili attività deflattive e riparative.

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