martedì 19 giugno 2018
Terremoto, l’operazione della Finanza. «False autodichiarazioni dei proprietari». Molti dei Comuni inseriti nel cratere sismico sono mete turistiche e di villeggiatura con proprietari non residenti
I 120 furbetti del sisma. Truffa sulle seconde case
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Mezzo milione di euro indebitamente percepiti come contributo per le casette degli sfollati del terremoto: questo quanto emerge dall’indagine della Guardia di Finanza di Camerino che ha portato alla denuncia di 120 persone. Tanti infatti sarebbero i casi scoperti di illecite richieste, per un totale di oltre 500mila euro di contributi indebitamente percepiti. Le Fiamme Gialle hanno già avviato i sequestri per oltre 120mila euro. L’operazione è stata condotta dai finanzieri della Tenenza di Camerino fin da subito, a partire cioè dai primi mesi di erogazione del contributo di autonoma sistemazione.

Già i primi accertamenti avevano fatto emergere importanti anomalie, facendo scattare un campanello d’allarme e innescando così una capillare rete di controlli. Anomalie per lo più legate al fatto che molti dei Comuni inseriti nel 'cratere' sismico, sono mete turistiche e di villeggiatura, sia estive che invernali, con la conseguente presenza di molte seconde case, abitate solamente per brevi periodi dell’anno da persone che invece vivono e hanno gli interessi principali, in realtà, in altre località, in Italia o all’estero. L’operazione era nata proprio da questi casi sospetti, ed è stata condotta attraverso l’esame di autodichiarazioni e riscontro dei dati dichiarati dalle singole persone che chiedevano il contributo, con indagini di polizia giudiziaria, dapprima di iniziativa e successivamente coordinate dal procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio.

Le indagini hanno così fatto emergere una moltitudine di soggetti che avrebbero dichiarato falsamente di essere in possesso dei requisiti normativamente previsti, e cioè di essere stati costretti a trovare una nuova sistemazione abitativa, in quanto la propria abitazione era risultata inagibile in seguito al terremoto. Dalle indagini invece è emerso che, già da prima del sisma del 2016, alcuni vivevano e lavoravano in altre località, addirittura fuori Regione.

Altri, per di più, avrebbero pure affittato la casa a studenti universitari e lavoratori, e altri ancora, per far lievitare il contributo, avrebbero inserito nella domanda la presenza di parenti che in realtà vivevano stabilmente altrove già da diversi anni, in alcuni casi perfino all’estero, per motivi di lavoro e/o studio. Non basta.

A questi vanno aggiunti quelli che hanno continuato a vivere stabilmente nella propria casa pur dichiarando di essere andati ad abitare da un’altra parte. Interviene su questo Daniel Taddei, segretario provinciale della Cgil di Macerata, che insieme alla Fillea Cgil ha elaborato un dossier sui cantieri della casette (le soluzioni abitative d’emergenza-Sae) e assiste operai dei cantieri del sisma: in seguito a questo dossier, la Procura di Macerata ha aperto un’inchiesta. Si evidenziano «infiltrazioni mafiose, lavoro nero, mancanza di contratti, perfino un lavoratore irregolare (privo del permesso di soggiorno), caporalato, mancanza di visite mediche e delle condizioni di sicurezza ».

«La cultura dell’illegalità è la vera piaga da combattere per risollevare il territorio – dichiara oggi Taddei, alla notizia dei 120 denunciati dalla Finanza –. Non si possono mettere sullo stesso piano le infiltrazioni della criminalità organizzata nei cantieri post sisma e l’ultima truffa scoperta dalla Finanza sulle illecite erogazioni del contributo di autonoma sistemazione ma c’è una sottile linea nera che lega questi crimini: lo sfregio dei diritti per il tornaconto personale. Lo sfruttamento del lavoro, la corruzione, le mafie si nutrono del sottobosco quotidiano di meschinità che vengono perpetrate con la connivenza omertosa dei cittadini. Le responsabilità schiaccianti sono da attribuirsi ai governi e alle classi dirigenti che hanno permesso, in alcuni casi sostenuto, con leggi e con pratiche, il dilagare di questi comportamenti, sottraendo risorse e demotivando le autorità preposte a prevenzione, controllo e repressione».

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