lunedì 23 gennaio 2017
Recuperati i corpi di un uomo e di una donna: sesta e settima vittima accertate. Le speranze di trovare qualcuno ancora in vita sono ormai pochissime.
Recuperati altri corpi. Si scava senza sosta
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Si continua a scavare tra la neve e i detriti, sotto una fitta coltre di nebbia e di pioggia. Ma la speranza sembra ormai essere un miraggio. Ieri tra la neve della valanga e le macerie dell'hotel i soccorritori hanno individuato la sesta vittima, un uomo ancora da identificare; il suo corpo e quello di una donna sono stati recuperati oggi, ma nessuna persona in vita e la speranza ormai di ritrovare altri superstiti (dopo i nove ritrovati nelle giornate di venerdì e sabato) si affievoliscono sempre più. Sono riusciti a sopravvivere tre cuccioli di pastore abruzzese, figli di Nuvola e Lupo (che invece si erano salvati dal crollo ed erano scappati): i carabinieri forestali li hanno scovati in buono stato tra le macerie dell'hotel.

Le autorità intanto hanno aggiornato il numero dei dispersi: c'è anche un uomo senegalese che lavorava nel resort. Considerati i corpi ritrovati, le persone da individuare restano 22 e le speranze di rivederle sono legate ad un filo di speranza sottilissimo, anche se gli uomini impegnati nelle ricerche non demordono.

Curcio (Protezione civile): i soccorritori lavorano sperando di trovare altre persone vive

"Chi lavora in quelle condizioni - ha sottolineato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio - lavora come se ci fossero da recuperare persone vive. La speranza c'è sempre, perché quegli eventi possono aver dato luogo a situazioni molto particolari". Le operazioni sono proseguite incessanti nonostante la nebbia e la pioggia che indurisce la neve. Due i fronti dell'enorme valanga - che ha sprigionato una forza pari a quattromila tir a pieno carico che piombano tutti insieme su un edificio - sui quali si sta lavorando: da un lato i vigili del fuoco avanzano dentro l'albergo sul percorso che ha permesso di trovare nove superstiti, con la difficoltà di aprire varchi attraverso muri molto spessi e cercare di raggiungere le altre stanze dell'hotel; intanto si lavora sul muro di neve all'esterno per aprire altri varchi sul lato opposto della struttura, nel tentativo di raggiungere e ispezionare più rapidamente i locali travolti dalla valanga.

Si scava con vanghe e piccozze, niente macchinari

La tecnica utilizzata è nota come "urban search and rescue", ed esclude l'uso di macchinari. Non perché questi non sia disponibili, ma perché il loro impiego è considerato altamente rischioso: le vibrazioni potrebbero determinare cedimenti. I soccorritori lavorano quindi a mano, con vanghe e piccozze, adoperando la massima cautela per avanzare senza compromettere la fragile stabilità sotterranea. "Siamo lavorando - ha spiegato Paolo Molinari, del Dipartimento della Protezione Civile - per realizzare delle trincee e consentire così di intervenire anche dai lati della valanga. Per garantire la sicurezza dei soccorritori, inoltre, sono stati piazzati strumenti per monitorare l'eventuale attivazione di nuove valanghe sul versante sovrastante l'hotel. Si tratta di un radar di origine svizzera collegato a due sirene".

Condizioni meteo proibitive, ieri recuperato il corpo della sesta vittima

Le previsioni, inoltre, continuano ad essere pessime:domani e dopodomani è prevista ancora pioggia e, ai 1.200 metri dell'hotel, neve. Una situazione che potrebbe aggravare una situazione già molto compromessa. La notizia della sesta vittima accertata è arrivata nel pomeriggio: si tratta di un uomo, il cui cadavere è stato individuato nella stessa zona dove si trovavano altri corpi. Potrebbe essere quello di Piero Di Pietro, di Loreto Aprutino, a poche decine di chilometri dal Rigopiano, la cui moglie Barbara Nobilio era stata estratta morta sabato. Ma non ci sono conferme.

Il giovane senegalese che nessuno cerca: lavorava in hotel

Il conto dei dispersi è però rimasto fermo a 23 perché nel frattempo si è aggiunto il senegalese Faye Dame, un migrante regolare di 42 anni anni che lavorava nell'hotel. Della sua presenza avrebbe parlato una coppia che era riuscita a lasciare l'albergo il giorno prima del disastro ed è stata confermata da un'amica. Ma nessuno dei familiari in questi giorni avrebbe denunciato la sua scomparsa.

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