martedì 15 febbraio 2022
Scatta infatti l’obbligo del certificato verde rafforzato per tutti i lavoratori, del servizio pubblico e privato, con più di 50 anni. Il posto di lavoro si conserva fino al 15 giugno
Controllo del green pass in un bar

Controllo del green pass in un bar - Fotogramma

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Vita sempre più dura per i non vaccinati. E da oggi lo è ancora di più per gli over 50 che rischiano di rimanere senza stipendio e, nel prossimo futuro, anche senza lavoro. Scatta infatti l’obbligo di possedere il certificato verde rafforzato (di chi è guarito e vaccinato) per tutti i lavoratori, del servizio pubblico e privato, con più di 50 anni.

E chi non si adegua, da oggi, mantiene il posto, ma non lo stipendio. Se viene trovato non in regola sul posto di lavoro la sanzione è tra i 600 ed i 1.500 euro (in caso di violazione reiterata c’è il raddoppio).

I non vaccinati nella fascia d’età lavorativa, tra i 50 ed i 69 anni, sono un milione. Cifra cui va sottratto chi è esentato per problemi di salute e chi non lavora.

Resta comunque un numero consistente di persone che si avviano verso settimane problematiche. Il lavoratore senza vaccino viene considerato assente ingiustificato fino a quando non presenta la certificazione e, pur non percependo lo stipendio, mantiene il posto di lavoro fino al 15 giugno 2022. Lo stesso vale per colf, badanti e baby sitter over 50 che da oggi dovranno, quindi, essere in possesso di una certificazione verde valida (vaccino o guarigione) per poter svolgere il proprio lavoro in casa, a contatto con anziani o bambini.

«Alle famiglie datrici spetterà il compito di verificare, tramite App o, su richiesta del lavoratore, mediante la consegna della copia cartacea del Green Pass, pena una sanzione amministrativa che va da 400 a 1.000 euro» spiega Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione datori di lavoro domestico.

Intanto non accenna a placarsi il dibattito sul Green pass. Per il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri e l’esperto Fabrizio Pregliasco in primis, è ancora prematuro eliminare il certificato, mentre sarebbe "necessaria" una rimodulazione, anche in considerazione dell’ormai costante calo della curva dei contagi. «Io credo sia prematuro oggi parlare di eliminazione del super Green pass ma una rimodulazione può essere necessaria» ha detto il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri.
Quando si potrà fare? «Intanto osserviamo i dati, vediamo se nascono nuove varianti altrove nel mondo, proseguiamo con la campagna per la terza dose. Poi una rivalutazione potrà essere fatta – ha aggiunto – Sicuramente il Green pass non può essere qualcosa di eterno. Non è un passaporto che ha la durata di 10 anni».

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