martedì 4 febbraio 2020
Furti, incendi e devastazioni. Nel primo mese dell’anno si sono contati ben sei episodi, alcuni dei quali avvenuti su beni confiscati alle cosche La vicinanza del prefetto di Catania
I capi scout siciliani con il prefetto

I capi scout siciliani con il prefetto

COMMENTA E CONDIVIDI

Furti, danneggiamenti, scritte offensive non fermeranno il loro impegno sul territorio, anzi saranno lo stimolo per rendere quei luoghi più belli di prima. L’Agesci Sicilia fa quadrato attorno alle sedi e alle basi scout prese di mira nelle ultime settimane da una sequenza inquietate di incendi, furti, devastazioni. Perché «non importa quanti buchi farete, importa quanti saremo a chiuderli», per usare uno slogan coniato proprio dai giovani dell’Agesci della base “Volpe astuta” di Palermo, quando otto anni fa trovarono la casa di Fondo Micciulla confiscata alla mafia violata ancora una volta.

Marsala, Mineo, Ramacca, Belpasso, Noto e, appena tre giorni fa, proprio la base di Fondo Micciulla a Palermo, quella sequestrata nel 1980 da Giovanni Falcone e tra i primi beni confiscati, sottratta al boss Filippo Piraino affiliato al clan degli Inzerillo e nel 1999 data in concessione all’Agesci. Quanto accaduto, «non farà venir meno l’impegno dei capi siciliani nel continuare a promuovere l’educazione dei giovani attraverso l’originale proposta del metodo scout in tutti i territori dell’Isola; in attesa che l’autorità giudiziaria faccia luce sulle responsabilità relative ai recenti episodi, ci conforta l’abbraccio corale della nostra associazione, delle istituzioni locali, della Chiesa siciliana e di innumerevoli realtà del nostro Paese, un abbraccio che ripaghiamo rinnovando il nostro impegno a favore dell’educazione, della legalità, dell’annuncio evangelico di costruzione di un mondo migliore».

Sono i contenuti del documento condiviso dai capi dell’Agesci Sicilia riuniti a Caltagirone, in provincia di Catania, per definire la strada da seguire dopo gli episodi delle scorse settimane: «Una strada frutto dell’unica risposta possibile da parte di un’associazione come la nostra – dicono i responsabili regionali dell’Agesci, Marilena Galletta e Giulio Campo – quella dell’educazione dei ragazzi in tutti i territori in cui operiamo, nessuno escluso».

Una risposta condivisa dall’intera associazione rappresentata a Caltagirone dal suo presidente nazionale Vincenzo Piccolo: «Dobbiamo continuare a investire nella proposta educativa dello scoutismo e dobbiamo offrire ai ragazzi e ai capi dei gruppi che hanno subito danneggiamenti e intimidazioni tutti gli strumenti, anche economici, per riprendere al più presto le attività; la nostra associazione ha istituito il fondo #piubellediprima per riparare danni e acquistare nuovo materiale per tutte quelle attività tipiche di un gruppo scout».

Significative le parole del prefetto di Catania, Claudio Sammartino, che ha ricevuto i vertici dell’associazione: «Si lavora per accertare matrice e responsabilità degli episodi e le istituzioni spronano l’Agesci a proseguire nella propria insostituibile azione educativa. Quando il gruppo di Ramacca sarà pronto a riaprire la struttura in questo momento ferita e inagibile, sarò presente per riaffermare che certe azioni non pagano mentre investire nell’educazione dei giovani resta un impegno di tutti, scout e istituzioni».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: