domenica 22 ottobre 2017
La Croce fatta con i legni dei barconi naufragati è stata in 150 diocesi italiane. E dopo avere richiamato in Spagna oltre un milione di persone si appresta a girare il mondo
La Croce dei migranti

La Croce dei migranti

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Dopo aver richiamato in Spagna oltre un milione di persone, la Croce di Lampedusa si appresta a fare il giro del mondo. Il viaggio della grande croce, realizzata dal falegname lampedusano Francesco Tuccio con i legni dei barconi naufragati, era cominciato nell’aprile 2014 in piazza San Pietro con la benedizione di papa Francesco. Il quale spronò commosso gli ideatori, la Fondazione milanese Casa dello spirito e delle arti presieduta da Emanuele Vai a portarla per il mondo.

Da allora solo in Italia la Croce è stata in 150 diocesi dove tantissimi fedeli in chiese, scuole, ospedali, monasteri, centri di aggregazione, hanno pregato per gli almeno 20 mila migranti morti in mare durante il tragitto verso l’Europa. Senza contare il numero imprecisato di chi è morto nei deserti del Sahara oggi e del Sinai ucciso da spietati trafficanti perché non ha potuto pagare il riscatto e gli sono stati asportati gli organi. Oppure di chi è stato abbandonato nel nulla sulla rotta verso il mare.

«In Spagna – spiega Arnoldo Mosca Mondadori, editore, poeta e soprattutto uno degli ideatori dell’impresa – ha iniziato il cammino in Catalogna grazie a tante persone tra cui Iosella Cuccu il 5 marzo scorso, nella basilica della Sagrada Família di Barcellona, con una messa presieduta dall’arcivescovo Juan José Omella. È stata accolta da migliaia di fedeli. Ieri a Catalayud bambini musulmani e cristiani hanno pregato insieme sotto la Croce e i bambini islamici hanno letto il Corano. E a Caracavaca quella di Lampedusa ha incontrato la Croce che contiene le reliquie del legno che portò Gesù».

Dopo uno sbarco nelle Canarie, altra meta agognata dai giovani africani occidentali che rischiano la vita e spesso la perdono nell’Atlantico nel tentativo di raggiungerla, la Croce fatta con i legni di Lampedusa si recherà in Asia, nelle Filippine dove verrà accolta dal cardinale Luis Tagle, presidente di Caritas internationalis. Quindi è prevista la partenza per il Messico dove verrà accolta da padre Alejandro Solalinde, tra i candidati al Nobel per la pace 2017 che ha fondato dieci anni fa il centro per migranti “Fratelli sulla strada” a Ixpetec, Stato di Oaxaca. La caricherà sul treno della morte che porta i migranti verso il confine con gli Usa e anche lì ci saranno preghiere davanti ai muri per ricordare chi ha perso la vita nei viaggi della speranza. Poi l’Africa, in Madagascar, con la speranza di proseguire nei campi profughi in Etiopia, altra terra testimone di tragedie e drammi.

E resta la segreta speranza di portarla a Roma per la Via Crucis pasquale prima di farla ripartire. «Non sappiamo dove – conclude con disarmante semplicità Mosca Mondadori – perché da quando il Papa l’ha toccata commosso ha un’energia incredibile e sembra decidere lei dove andare. Il simbolo delle sofferenze dei migranti riesce a unire e a fare incontrare persone di fedi diverse». E riesce a generare un movimento dal basso, la Chiesa di domani, quella che vuole Francesco.

Papa Francesco con la Croce di Lampedusa il 9 aprile 2014 (Osservatore Romano)

Papa Francesco con la Croce di Lampedusa il 9 aprile 2014 (Osservatore Romano) - ANSA

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