giovedì 3 dicembre 2020
Nella Giornata della disabilità il racconto dell'esperienza vissuta da un gruppo di bambini e ragazzi nel sud del Libano, che i nostri militari hanno avvicinato alla Terapia multisistemica in acqua
Un carabiniere istruttore affianca un bambino durante le attività formative  in acqua

Un carabiniere istruttore affianca un bambino durante le attività formative in acqua - Arma dei Carabinieri

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Un tuffo per stare accanto a bambini speciali dentro e fuori i confini nazionali attraverso la Tma, la Terapia multisistemica in acqua. Una nuova sfida raccolta dall’Arma dei Carabinieri dopo aver lanciato, con successo, oltre trent’anni fa l’esperienza di ippoterapia. Le fiamme argento, infatti, dopo aver promosso degli appositi corsi in Italia, hanno “esportato” la loro esperienza, competenza e umanità anche nel contesto delle missioni all’estero, a partire dal Libano. E’ nata così un’iniziativa ispirata dall’impegno nel dare ausilio alle popolazioni straniere confermando una tradizione che parte da lontano, dal 1955 in Crimea, per giungere fino ai nostri giorni.

Nel caso del Paese dei cedri sono stati avviati corsi di nuoto a favore di bambini e ragazzi diversamente abili, che vivono nei villaggi del settore sotto la responsabilità italiana. Grazie agli istruttori dell’Arma abilitati in Tma, formati dalla TMA Onlus e coordinati da uno psicologo militare dei carabinieri, è stato possibile svolgere le attività acquatiche presso le municipalità di Rumaysh e di Ayta Ash Sha’B, nel sud del Libano.

Un carabiniere istruttore affianca un bambino durante le attività formative in acqua

Un carabiniere istruttore affianca un bambino durante le attività formative in acqua - Arma dei Carabinieri

L’iniziativa, realizzata nell’ambito dei progetti di cooperazione civile e militare del contingente italiano, con il coordinamento scientifico della TMA Onlus metodo Caputo-Ippolito, è stata portata a termine nel 2019 per circa quaranta giorni grazie alla collaborazione delle autorità locali. Un sostegno condiviso tra l’operato delle istituzioni, associazioni locali e quello dei caschi blu italiani in cui si inquadra la presenza dei carabinieri sul territorio.

Il corso, guidato da carabinieri esperti in tecniche psico-motorie e specialisti in salvamento in acqua, coordinato sul posto da un ufficiale psicologo, ha avuto lo scopo di fare familiarizzare i bambini con la dimensione acquatica, insegnando loro il modo per muoversi in acqua. Non solo, il percorso in acqua ha permesso di far acquisire ai giovani partecipanti nuove capacità, soprattutto in termini di fiducia in sé stessi. In questa ottica sono stati coinvolti e istruiti anche i genitori garantendo così continuità al progetto. Nel 2020 doveva svolgersi un altro ciclo di Tma, ma a causa della pandemia i corsi sono stati al momento sospesi. Resta però un’esperienza avviata che ha lasciato un segno nei ragazzi e nelle famiglie coinvolte.


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