mercoledì 10 febbraio 2021
Individuati dalla Finanza e dalle Dogane tre container provenienti da Brasile e Equador. Confermata la centralità per i clan dello scalo calabrese. Nuove modalità di occultamento
Gioia Tauro, sequestro record di 1.300 chili di cocaina
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Sequestrati in appena tre giorni 1.300 chili di cocaina nel porto di Gioia Tauro. Un affare sfumato per la 'ndrangheta di più di 260 milioni di euro. Il più grande sequestro di cocaina in Italia dall'inizio dell'anno. "È la conferma del ruolo centrale del porto, vera cerniera dei traffici di cocaina dal Sudamerica all'Europa. Anche con l'emergenza sanitaria e il lockdown", ci spiega il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Gaetano Paci. Infatti il 2020 è stato contrassegnato da numerosi sequestri e il 2021 è iniziato con questo durissimo colpo al narcotraffico gestito dai potenti clan della Piana di Gioia Tauro, Piromalli, Pesce e Bellocco. Anche per questo, sottolinea il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello, Maurizio Cintura, "stanno utilizzando modalità di occultamento sempre diverse, che ci obbligano a perfezionare di volta in volta le metodologie operative".

Lo dimostrano i tre sequestri operati dagli investigatori della Gdf e dai funzionari dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, coordinati dalla Dda di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri. Grazie a indagini che partono dall'analisi di rischi ma che sono poi possibili anche grazie all'uso di sofisticati scanner per scoprire la cocaina nascosta. Sono stati così individuati tre container provenienti dal Brasile (due) e dall'Equador, e diretti in Francia, Israele e Croazia. In uno, contenente caffè, la cocaina, più di 500 chili, era all'interno di borsoni. In un altro, che trasportava frutta esotica, la sostanza stupefacente, quasi 700 chili, era nascosta in grandi involucri collegati con lunghe corde per poterli prelevare più facilmente.

E la velocità di scarico è molto importante per non essere individuati. Così nel terzo container frigo, che trasportava carne congelata brasiliana, la coca era occultata nel vano motore. "In questo modo non è neanche necessario aprire il container, e basta operare dall'esterno", ci dice ancora il colonnello, aggiungendo che "i fornitori di cocaina sono sempre diversi ma il destinatario è sempre lo stesso". Cioè la 'ndrangheta. E anche le rotte che dal Sudamerica portano direttamente i carichi soprattutto a Gioia Tauro (solo uno delle tre navi ha fatto un transhipment a Panama). Una "sorta di treno diretto che non fa mai soste", dice un investigatore. "Non ci risultano altre rotte - spiega il procuratore Paci -. Per noi il Sudamerica risulta la fonte di approvvigionamento principale, anzi esclusiva. La 'ndrangheta é un partner assolutamente riconosciuto e accreditato sia in America latina sia in Europa".

Il porto calabrese è centrale in questi traffici proprio per la sua tipologia. Si tratta, infatti di un porto di transhipment dove avviene lo sbarco dei container per essere poi reimbarcati su navi più piccole e proseguire altrove. E in questi movimenti avviene lo scarico della coca. Oltretutto negli ultimi anni Gioia Tauro ha registrato un aumento del traffico di navi e questo, indirettamenre, favorisce anche i traffici illeciti. Ma questo non esclude altre strategie, soprattutto per evitare gli stretti controlli delle nostre forze dell'ordine. "I clan storici di 'ndrangheta hanno ormai anche la possibilità di operare direttamente in Europa, e attraverso brooker si muovono sul piano economico e finanziario. Rientra in una politica di diversificazione del rischio", è l'analisi del magistrato.

Le indagini segnano molti successi ma Paci ammette che "quello che riusciamo a sequestrare riteniamo sia un terzo di quello che arriva. Nessuno può fare una stima reale delle grandezze che si muovono, però non ci illudiamo sul fatto che questi sequestri per quanto ingenti e reiterati anche in tempi brevi, esauriscano tutto il movimento del narcotraffico". Anche perchè, conclude, "sicuramente è l'affare dal quale la 'ndrangheta trae i maggiori margini di guadagno, il contante da reinvestire in attività economiche lecite e illecite. E sicuramente consente di creare una politica di alleanze internazionali".

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