lunedì 20 agosto 2018
La Commissione d'inchiesta: "Più cause dietro al crollo". Sospeso il pedaggio sulla rete autostradale genovese. E intanto quel che resta del ponte scricchiola. Assegnate le prime case agli sfollati
Crollo del ponte, il procuratore: non sarà un'inchiesta veloce
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Il ponte Morandi di Genova scricchiola. Nella zona sono stati sentiti strani rumori che provengono dal moncone est, la porzione di viadotto rimasta in piedi dopo il crollo del 14 agosto. Rumori, scricchiolii non meglio identificati che, per ragioni di sicurezza, hanno portato alla chiusura totale della zona rossa; in via precauzionale i vigili del fuoco hanno deciso di interrompere le operazioni di recupero degli oggetti personali dalle abitazioni evacuate.

La procura di Genova è pronta, in caso di concreto pericolo, a dissequestrare e ad autorizzare l'abbattimento del moncone di ponte Morandi sequestrato il 17 agosto dopo il crollo della campata, che si trova sopra gli edifici evacuati di via Porro.

In questo momento, l’area compresa tra via Fillak e via Porro è stata interdetta a tutti. Anche ai vigili del fuoco. Le autorità hanno disposto lo stop dei lavori e il divieto agli abitanti della zona di avvicinarsi per recuperare oggetti personali dalle loro case abbandonate dopo il disastro che ha causato la morte di 43 persone.

I vigili aspettano ora che Autostrade per l'Italia comunichi i dati che vengono rilevati dalle apparecchiature, che tengono costantemente monitorata la parte di viadotto rimasta in piedi. Intanto, a partire da oggi, 20 agosto, non verrà chiesto il pagamento del pedaggio sulla rete genovese; tutti coloro che hanno pagato il pedaggio sulle tratte interessate a partire dal 14 agosto potranno chiederne il rimborso.

Intanto la Guardia di Finanza è andata al Provveditorato per acquisire tra l'altro anche il verbale della riunione dell'1 febbraio 2018, in cui il Provveditorato alle opere pubbliche di Genova rilasciò il parere obbligatorio sul progetto di ristrutturazione di ponte Morandi. I consulenti tecnici nominati dalla procura di Genova, che indaga sul crollo, sono già al lavoro. Obiettivo: capire non solo come ma anche perché sia potuto crollare il viadotto che ha ucciso 43 persone e causato seicento sfollati.

A prima vista, l'ipotesi più accreditata è che siano state una serie di concause a provocare il crollo: "Il ponte prima si è storto, poi è caduto" ha detto Roberto Ferrazza, presidente della commissione ispettiva del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Il cedimento dello strallo "resta una ipotesi del cedimento", ha detto ancora Ferrazza, al termine del sopralluogo sulle macerie di Ponte Morandi.

Il procuratore Franco Cozzi, incontrando i giornalisti, ha offerto un quadro piuttosto incerto delle cause: Gli elementi all'attenzione sono diversi: un carroponte impiegato nei lavori di manutenzione (che però secondo la ditta non era ancora stato installato), la natura geologica del terreno, oltre ovviamente al cedimento di una struttura. Quel che è certo che al momento non ci sono indagati e che non sarà un'inchiesta veloce: "La giustizia troppo rapida non sarebbe rigorosa", ha detto Cozzi.

Consegnate le prime case agli sfollati

Consegnate le prime cinque case agli sfollati per il crollo di ponte Morandi. Vanno a cinque nuclei famigliari, per un totale di 21 persone, tra cui bambini piccoli (uno ha 3 mesi) e anziani non autosufficienti. Le chiavi sono state date dal presidente della Regione Toti e dal sindaco Bucci nel quartiere di Bolzaneto in palazzine con appartamenti di solito destinati alle forze dell'ordine e di proprietà della società pubblica Arte. Altri sei alloggi saranno consegnati domani, sempre nello stesso complesso. Entro settembre saranno consegnate in tutto 60 alloggi, entro fine ottobre 100 e entro fine novembre 150.

Il sindaco ha anche invitato i genovesi in condizioni di farlo a "mettere a disposizione una casa" per gli sfollati, attraverso una e-mail a casedisponibili@comune.genova.it.


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