martedì 4 settembre 2018
L'informativa del ministro Toninelli alla Camera: nonostante le pressioni, abbiamo desecretato le convenzioni della concessione. Gli abitanti della zona rossa in Consiglio regionale
La protesta degli sfollati (Ansa)

La protesta degli sfollati (Ansa)

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Autostrade per l'Italia non ricostruirà il ponte Morandi crollato a Genova il 14 agosto 2018 ma ne finanzierà la ricostruzione, che dovrà avvenire entro un anno. L'impegno, contenuto nella risoluzione di maggioranza M5S-Lega depositata alla Camera, è stato formulato dopo le comunicazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli a Montecitorio, dove non sono mancate polemiche dalle opposizioni, le quali chiedono al ministro i nomi di chi avrebbe fatto pressioni su di lui per non pubblicare le carte relative alle concessioni.

Toninelli, che ha promesso una sistemazione per tutti gli sfollati (566 persone, riunite in 255 famiglie) entro tre mesi, ha suscitato polemiche quando ha ricordato che "sul sito web del ministero abbiamo pubblicato tutti i contratti di concessione delle autostrade e tutti i relativi allegati", e questo "nonostante le pressioni, interne ed esterne, che abbiamo subito". L'ex ministro dem Andrea Orlando gli ha chiesto di denunciare queste pressioni alla magistratura. E ne è seguito un battibecco che ha coinvolto anche il presidente Roberto Fico.

"Il Governo è compatto nel ritenere che i lavori di ricostruzione del ponte non possano essere affidati ed eseguiti da chi giuridicamente aveva la responsabilità di non farlo crollare. Lasciare ad Autostrade per l'Italia la ricostruzione del viadotto sarebbe una follia e irrispettoso nei confronti dei familiari delle vittime".

"La ricostruzione - ha osservato Toninelli - va affidata a un soggetto a prevalente o totale partecipazione pubblica dotato di adeguate capacità tecniche, mantenendo in capo al concessionario l'ovvio onere dei costi. L'integrale finanziamento dell'opera da parte della Società concessionaria rappresenta solo una minima parte del risarcimento dovuto e non ha nulla a che vedere con la procedura di decadenza dalla concessione. Sulla ricostruzione del ponte dovrà esserci il sigillo dello Stato".

Un passaggio della sua relazione è stato particolarmente contestato: "Nonostante le pressioni, interne ed esterne, che abbiamo subito, abbiamo messo a disposizione della collettività atti che tanti cittadini nel corso degli anni hanno richiesto all'Amministrazione, vedendosi sempre sbattere portoni in faccia. Chi sostiene di aver già pubblicato le convenzioni delle concessioni ci può spiegare dove erano le parti legate agli assurdi guadagni, quelle che si chiamano tecnicamente "piani economici finanziari"? Semplicemente non c'erano: le abbiamo desecretate noi", ha aggiunto Toninelli.

Parole che hanno provocato la reazione delle opposzioni: NcI, FI, e Pd hanno chiesto al ministro di "fare i nomi" di chi gli ha fatto pressioni e di inviare "il resoconto del verbale dell'Aula" alla magistratura. Il presidente Roberto fico ha spiegato che i "verbali sono pubblici", ma a quel punto è scoppiata la bagarre, con le opposizioni che hanno insistito sulla richiesta rivolta a Toninelli di fare nomi e cognomi.

Il ministro ha poi detto che il governo finora ha stanziato 33.470.000 euro per i primi interventi.

La protesta degli sfollati

"Rispetto, rispetto" e "ridateci le nostre case". Sono le frasi dei circa 80 abitanti di via Porro, nella zona rossa evacuata sotto ponte Morandi a Genova, che hanno scandito parole di protesta questa mattina durante il consiglio regionale e comunale congiunto in corso per fare il punto sull'emergenza. Le proteste sono iniziate questa mattina fuori dalla sede del consiglio regionale della Liguria, in via Fieschi a Genova, dove i residenti di via Porro e via Fillak si sono radunati fin dal mattino davanti alla sede dell'Assemblea ligure dove oggi è in corso il Consiglio monotematico sull'emergenza del Morandi.

I residenti chiedono di poter rientrare nelle proprie abitazioni nella zona rossa per recuperare gli effetti personali lasciati durante l'emergenza. Le proteste sono scattate quando i residenti non sono stati fatti entrare in aula per assistere al consiglio. La situazione è poi rientrata con i cittadini ammessi a seguire l'assemblea in parte dagli spalti della sala consiliare e in parte in due sale attiguo attrezzate con monitor.

Il vicepremier Di Maio: «Hanno ragione, ci sarà un decreto»

Gli sfollati in seguito al crollo del ponte che oggi hanno protestato a Genova «hanno perfettamente ragione. Non si può lasciare la gente in Italia in balia delle elemosine di Autostrade». Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, oggi a Napoli. Di Maio ha aggiunto che il governo sta mettendo a punto un decreto urgente "che, oltre al problema di tante persone abbandonate in Italia come i terremotati di Ischia e del Centro Italia, affronti anche il tema di Genova e soprattutto di coloro che sono sfollati e hanno diritto ad una casa. Quindi - aggiunge - è una questione di settimane, ma forse di alcuni giorni".

Toti: entro 5 giorni il piano di demolizione

Intanto il presidente della Regione Liguria e commissario per l'emergenza, Giovanni Toti, ha annunciato che «entro 5 giorni Società Autostrade presenterà il piano definitivo per la demolizione del ponte Morandi». «Il piano verrà illustrato alle commissioni tecniche e prima fra tutti alla Procura della Repubblica a cui spetta la decisione di dissequestrare le aree e di arrivare alla verità sulle cause della tragedia», ha aggiunto.

Toti ha risposto alle parole di Di Maio: "Caro Luigi Di Maio, ma a Genova ci sei pure venuto, come fai a dire queste cose? Le famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro case stanno tutte avendo un alloggio pubblico. E a tempo di record, grazie a Comune e Regione. I soldi che ricevono sono quelli decisi dal Governo, quindi da Di Maio stesso. Se pensa che siano pochi... li aumenti subito, noi siamo più che d'accordo. Mentre lei esternava alla stampa, il sindaco ed io eravamo riuniti con gli sfollati, per chiarire tutti i dubbi e le comprensibili apprensioni. Per aiutare Genova servono meno polemiche e più fatti concreti. Noi aspettiamo le leggi che ci consentano di aprire e accelerare cantieri, risarcire cittadini e imprese, e ricostruire il ponte!".

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