venerdì 18 marzo 2016
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"L'attenzione all'aspetto sociale ha portato i vescovi a confrontarsi anche sulla questione ambientale e, in particolare, sulla tematica delle trivelle, ossia se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino all'esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza delle concessioni, concordando circa l'importanza che essa sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione appropriata alla luce dell'Enciclica Laudato sì di Papa Francesco". È quanto affermano i vescovi italiani nel comunicato del Consiglio episcopale permanente svoltosi a Genova da lunedì a mercoledì scorsi e presentato in una conferenza stampa dal Segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino. "Non c'è un sì o un no da parte dei vescovi al referendum", ha spiegato Galantino, sottolineando però che "il tema è interessante e che occorre porvi molta attenzione". "Gli slogan non funzionano - ha aggiunto il segretario geneale della Cei -. Bisogna piuttosto coinvolgere la gente a interessarsi alla questione". "Il punto, quindi - ha aggiunto -, non è dichiararsi pro o contro alle trivelle, ma l'invito a creare spazi di incontro, di confronto". "Io ho voluto alzare il tiro - ha ulteriormente spiegato Galantino -. Il problema va affrontato alla luce non solo di quello che dice il Papa ma anche di quello che è stato lungamente discusso dalla Chiesa. Quindi parlarne, non fermarsi al sì o al no, perché manca un sufficiente coinvolgimento delle persone". "E non si tratta - ha concluso - del solo problema delle trivelle, domani ci sarà quello del nucleare, poi altri ancora. Manca piuttosto l'approccio culturale, il ragionare sulle cose". Nel corso della conferenza stampa monsignor Galantino ha inoltre spiegato che nel corso del Consiglio permanente è stato raccolto l’appello "al governo" affinché "nell’agenda politica si prendano in considerazione tutti gli strumenti necessari per permettere alla famiglia fatta di padre, madre e figli di rispondere al compito che sta svolgendo di ammortizzatore sociale, primo ospedale da campo, come dice il Papa". Riguardo poi alla questione dell’amministrazione dei beni della Chiesa il Segretario generale ha espresso l’intenzione della Cei di "rafforzare e chiarire i criteri di trasparenza già adottati". "Tutti i bilanci della Cei sono pubblici – ha ricordato il presule - e vengono per statuto pubblicati ogni anno sui bollettini diocesani e sui media locali". D’ora in poi, ed è questa la "novità" annunciata, "non solo verranno pubblicati nei bollettini diocesani, ma anche sul sito centrale della Cei". Galantino ha inoltre osservato come "nessuna diocesi abbia dichiarato default o portato i libri in tribunale", anche se alcune di esse "fanno più fatica e diocesi che fanno meno fatica ad andare avanti". Ed ha sottolineato come grazie all’otto per mille, "oggi sono attivi in Italia 909 cantieri, per l’importo complessivo di oltre 279 milioni di euro". Sull’altro temo affrontato dal Consiglio permanente, quello dei migranti, il segretario generale della Cei ha ricordato che in Italia sono oltre 45mila, cioè quasi la metà di quelli accolti in tutto il Paese, i profughi attualmente ospitati nelle parrocchie e nelle "strutture afferenti alla Chiesa". Dei 45mila, ha specificato, sono 20mila – un quinto del totale – quelli attualmente accolti in strutture propriamente ecclesiali. Nel Consiglio permanente è stato poi affrontato il tema del "rinnovamento", della "riforma" del clero che sarà affrontato anche nella prossima Assemblea generale di maggio, che anche quest’anno verrà aperta da Papa Francesco. "La stragrande maggioranza dei sacerdoti sta al chiodo, lavora, si impegna nei luoghi dove lo Stato in genere non c’è", ha assicurato monsignor Galantino, spiegando come non si possa "prendere atto di alcuni cambiamenti epocali e di alcune necessità diventate impellenti". E non è mancata la sottolineatura di come sia necessario "intervenire in maniera ancora più chiara anche sulla selezione dei candidati al sacerdozio". Riguardo infine alla questione del possibile accorpamento delle diocesi italiane, Galantino ha reso noto che Papa Francesco "ha detto di non procedere da Roma, ma ha chiesto alle Conferenze episcopali regionali di decidere l’opportunità o meno dell’accorpamento". A breve, ha aggiunto, "dovrebbero arrivare i verbali delle Conferenze episcopali regionali con le proposte condivise con i vescovi e la popolazione locale".
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