sabato 24 ottobre 2020
Cosa sarebbe successo se il virus fosse stato libero di circolare come nei comuni della bergamasca? Anche 4 volte di maggiori decessi Ma adesso i calcoli vanno aggiornati
Fino a 1 milione di morti in più senza le misure di contenimento

Ansa

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Da 500.000 a 1 milione di morti in meno. È la stima che è stata fatta nei mesi scorsi di quante vite sono state salvate in Italia grazie a provvedimenti come le 'zone rosse' e il 'lockdown' di 69 giorni attuato dal 9 marzo al 18 maggio 2020. In realtà calcoli di questo tipo vanno maneggiati con prudenza, perché basta cambiare parametri, come ad esempio il tasso di letalità, aggiornandoli alle nuove conoscenze, per modificare di molto le cifre. Ma è importante tenerne conto nel momento in cui l’epidemia è ripartita, soprattutto ora che sta interessando tutta Italia, non più solo alcune regioni o comuni del Nord.

È da quando il virus ha incominciato a mostrare la sua pericolosità che si fanno calcoli. Uno all’inizio dell’epidemia, che si basava sulle poche notizie sul virus che arrivavano dalla Cina, ipotizzava ad esempio che un terzo della popolazione avrebbe potuto infettarsi, cioè circa 20 milioni di persone, e che 4 milioni di questi avrebbero avuto sintomi gravi. Ipotizzando una letalità attorno al 3-4% la stima indicava dai 150.000 morti possibili, fino a un massimo di 600.000. È anche sulla base di stime come queste che sono state prese le misure di contenimento che abbiamo conosciuto. In seguito, uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Imperial College di Londra, e pubblicato su Nature, ha calcolato 630.000 morti evitati solo in Italia fino al 4 maggio grazie alle misure di lockdown, e 3 milioni in meno in 11 Paesi europei. Una cifra simile a quella suggerita da una ricerca dell’Ocse diffuso a luglio, che parlava di 500.000 morti in più possibili se non si fosse attuata alcuna misura di confinamento.

Questo tipo di simulazioni ha incontrato qualche critica da parte di alcuni epidemiologi e statistici, perché in effetti non riuscivano a tenere conto delle differenze regionali. Inoltre in quel periodo i tamponi venivano effettuati solo ai malati gravi, dunque anche il tasso di letalità non considerava che i contagiati erano molti di più, come emerge ora. In un articolo pubblicato su Avvenire ai primi di aprile, il demografo dell’Università Cattolica, Alessandro Rosina, invitava a guardare alla letalità effettiva, oltre al dato solido della mortalità che si è verificata nei comuni dove il virus ha circolato del tutto indisturbato per mesi, in provincia di Bergamo, mandando in tilt il sistema sanitario e impedendo spesso di curare altre patologie. In soli tre mesi i morti totali (per Covid e non solo) nel comune di Nembro, come in altri, sono stati quattro volte il dato dell’anno prima. Questo significa che in assenza di alcuna misura in Italia si sarebbero potuti avere 1 milione di morti in più nel 2020.

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