domenica 6 novembre 2016
Parla il segretario generale della categoria Franco Turri: la nostra protesta contro il sistema imbarbarito.
Filca-Cisl: «Troppi operai non in regola nei cantieri»
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«La situazione degli infortuni sta peggiorando. Stiamo registrando un’occupazione stabile, con qualche timido segnale di ripresa, ma non c’è un aumento tale da giustificare questo incremento». Così Franco Turri, segretario generale della Filca-Cisl, spiega lo scioperi di lunedì dei sindacati degli edili, denunciando «un imbarbarimento del lavoro». E accusa: «Il dramma è che la crisi dell’edilizia ha falcidiato le imprese medio-piccole, che però erano strutturate e molto regolate, e invece ha dato molto spazio ai 'banditi'. Ma non si può lavorare coi carabinieri nei cantieri. Bisogna selezionare le imprese in entrata nel mercato».

Come vi spiegate questo incremento di infortuni?

Con l’imbarbarimento del lavoro. C’è una corsa folle al minor costo. L’anno scorso l’Istat registrava più di un milione e mezzo di persone che operavano nell’edilizia, ma gli operai regolari iscritti alle casse edili erano poco più di 600mila. Gli altri sono lavoratori autonomi, occasionali o partite Iva.


Persone più a rischio?
Sono tutte persone che entrano in cantiere senza alcuna formazione sulla sicurezza e con meno tutele. Entrano soprattutto nelle imprese in subappalto. E il fenomeno dei subappalti a cascata è molto pericoloso. Si prendono lavori con ribassi folli, sia nel pubblico che nel privato, e poi per riuscire a fare il lavoro si prendono operai a 7-8 euro all’ora, senza contributi, coperture assicurative né formazione.


C’è anche il forte aumento degli infortuni tra gli over 60. Come mai?
Le persone stanno sui cantieri con un’età avanzata, che li espone di più a infortuni. Già l’Istat 10 anni fa registrava il maggior numero di infortuni tra i nuovi assunti e gli anziani, sia come numero che come gravità di lesioni permanenti e mortalità. Proprio sugli infortuni dei giovani avevamo inventato il meccanismo delle 16 ore di formazione per chi entra nel cantiere.
E le imprese che fanno?
Oggi chiunque può aprire un’impresa edile. Se faccio il fruttivendolo e voglio aprirne una, mi basta andare alla Camera di commercio, versare una quota, dichiarare che posso fare attività edilizia, e il giorno dopo posso costruire un palazzo di 100 piani senza che nessuno mi dica niente. È folle! Invece in Germania ci vogliono 5 anni di abilitazione professionale e di formazione.
Cosa proponete?
Una sorta di 'patente a punti', un sistema di qualificazione e selezione delle imprese nel quale si dice che per fare impresa edile bisogna avere o un titolo di studio professionale o un’esperienza nel settore. Si avrebbe così diritto a questa 'patente', un titolo soggetto a restrizioni e sanzioni in caso di inadempienze gravi. Questa sarebbe la chiave di volta, insieme alla regolamentazione del subappalto. Infine se tutti applicassero il contratto dell’edilizia avremmo sicuramente molti meno infortuni. Servono cantieri programmati e organizzati. Solo così crolla il numero degli infortuni come è successo per Expo. Invece oggi abbiano cantieri che vivono alla giornata. Ed è il caos.
Il sistema dei voucher favorisce gli infortuni?
Nei primi 6 mesi dell’anno i voucher acquistati sono stati 70 milioni, il 30% nell’edilizia, contro 110 di tutto il 2015 e 80 del 2014. Non è sufficiente averli resi tracciabili, è necessario anche dire dove possono operare questi i lavoratori. Senz’altro non nell’edilizia, troppo pericoloso.
E il caporalato?
Gran parte dei lavoratori autonomi, delle partite Iva, dei voucher sono coordinati dai caporali, da studi professionali, consulenti e commercialisti.
Caporali in giacca e cravatta?
Non certo improvvisati. C’è una rete.
Ora bisognerà stare particolarmente attenti per i cantieri della ricostruzione post terremoto...
Sicuramente arriveranno imprese poco chiare, perché una massa di investimenti così grande attirerà la criminalità organizzata. Bisognerà fare molta attenzione, riuscire a selezionare le imprese a monte e controllare il ciclo del cantiere. Sarà fondamentale, soprattutto sui subappalti.

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