domenica 16 ottobre 2022
Almeno in un caso c’era un complice, il che farebbe pensare che il ragazzino possa essere sfruttato da altri malviventi proprio perché non imputabile
Fermato tre volte in pochi giorni. Vivere da rapinatore (a 12 anni)

Ansa

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La notte tra lunedì e martedì in via Manzoni, a Milano, ha sfilato un Rolex Daytona da 27mila dollari a un turista americano, accecato con lo spray al peperoncino. Martedì notte è scappato da una comunità per minorenni a Genova. Giovedì, in corso Buenos Aires ha strappato una collanina dal collo di una studentessa di 21 anni e ha morsicato i passanti che l’hanno bloccato in strada. La sera dello stesso giorno era all’ospedale San Paolo. Venerdì è stato trasferito in un’altra comunità, a Milano, dalla quale è scappato ancora e, la notte dello stesso giorno è stato fermato per la terza volta in quattro giorni sempre in piazza Duca D’Aosta, davanti alla stazione Centrale, per il furto di una valigia a una coppia di turisti giapponesi commesso fuori da un albergo.

L’autore delle due rapine e del furto sarebbe sempre il 12enne marocchino, minore non accompagnato, arrivato in Italia senza genitori né documenti, la cui vicenda sembra una versione aggiornata al nostro tempo della storia di Antoine Doinel, l’adolescente protagonista de «I 400 Colpi» di François Truffaut, che passava da una camera di sicurezza a un riformatorio. Una vicenda che è sfuggita sia alle maglie del nostro sistema giuridico (essendo minore di 14 anni non è imputabile) che di quello socio-assistenziale. I carabinieri del Nucleo radiomobile conoscono bene il 12enne, tantoché è bastata la descrizione dei turisti giapponesi, vittime dell’ultimo colpo per pizzicare l’adolescente ancora nei dintorni della stazione Centrale con la refurtiva. Inoltre, già prima della rapina del Rolex Daytona in via Manzoni, a inizio settimana, il baby rapinatore era stato segnalato per altri quattro episodi in un mese (che, con quelli di questa settimana, fanno sette colpi). Se si parlasse di un adulto sarebbe un seriale. In almeno un colpo, sempre quello del Rolex Daytona, c’era un complice, il che farebbe pensare che il ragazzino possa essere sfruttato da altri malviventi proprio perché non imputabile.

Sia l’età che il nome sono desunti da ciò che ha dichiarato lui stesso, il quale si è premurato subito di comunicare alle forze dell’ordine la sua condizione di non imputabilità quando è stato bloccato, lunedì notte, dopo la prima rapina della settimana. Non essendoci documenti che attestino il nome né la data di nascita, i militari hanno fatto una verifica accompagnandolo in ospedale e, dall’esame delle ossa, il baby rapinatore è risultato effettivamente essere minore di 14 anni, oltreché assuntore di Rivoltril (benzodiazepine), e forse di altro ancora (gli sarebbero stati trovati buchi sul braccio, che lui avrebbe giustificato dicendo di avere la scabbia). Ora il minore non accompagnato è di nuovo in una comunità.

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