martedì 17 settembre 2019
Allarme stamattina nell'impianto Eni di Sannazzaro de Burgondi. Un forte boato, a cui è seguita una cortina di fumo nero, ha svegliato i cittadini. Situazione sotto controllo. Si indaga sulle cause
L'impianto Eni di Sannzzaro de Burgondi, in provincia di Pavia

L'impianto Eni di Sannzzaro de Burgondi, in provincia di Pavia

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Un forte boato all’alba di oggi ha svegliato e gettato nella paura i 5.500 abitanti di Sannazzaro de Burgondi, nel Pavese: un’esplosione è avvenuta all’interno della raffineria Eni. Dopo il botto, una fiammata e l’inevitabile colonna di fumo nero che si è alzata in cielo dissolvendosi nell’arco di dieci minuti. L’allarme è subito scattato nell’impianto petrolifero dove sono entrate in funzione tutte le misure di sicurezza previste in casi del genere. L’“sos” è durato un’ora. Non risultano danni alle persone. L’Eni ha dichirato, in una nota, che l’incidente sarebbe limitato solo a una parte delle linea di gassificazione e che non ha avuto conseguenze per gli addetti alla struttura.

Inoltre, sempre secondo l’ente che gestisce la raffineria, «non si è verificato alcun incendio». Sul posto è intervenuta una squadra dei vigili del fuoco che a metà mattinata ha concluso il suo lavoro. Lo scoppio – avvertito fino a Garlasco, a circa quindici chilometri di distanza – ha interessato uno specifico impianto nell’isola 7, in una parte piuttosto datata del grande complesso petrolchimico, per il quale era programmato un fermo che consentisse di effettuare la manutenzione. L’intervento di messa in sicurezza – a titolo precauzionale – è stato affrontato e gestito dalle squadre interne dell’Eni. Allertata però anche la protezione civile. Nessun allarme esterno, comunque, fa sapere sempre l’azienda. Il sindaco di Sannazzaro, Roberto Zucca, ha chiesto nel frattempo l’intervento dell’Arpa per i controlli ambientali e ha fatto monitorare in tempo reale i dati meteorologici.

Nel Comune della bassa Lomellina è ancora vivo il ricordo del grave incendio che il primo dicembre 2016 distrusse l’impianto est: allora il cessato allarme fu dichiarato però dopo sedici ore e ci furono danni per parecchie centinaia di milioni di euro. «Stavolta è andata meglio» ha commentato il sindaco.

La raffineria è classificata come Rir (Rischio incidente rilevante), in base alla direttiva Seveso e sottoposta all’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) di competenza del ministero dell’Ambiente, viste le vaste dimensioni e la tipologia della struttura.

Già nel pomeriggio l’Azienda regionale per la protezione ambientale non aveva rilevato «alcuna alterazione significativa» della qualità dell’aria e ritiene che lo scoppio sia dovuto a una “anomalia”: «L’emissione di fumo/vapore è durata una decina di minuti». Sul caso è intervenuto anche l’assessore all’Ambiente e clima di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo. «È esploso un contenitore sotto pressione dell’area del gassificatore, senza generare fiamme, ma solo una potente onda d’urto – ha affermato –. L’unico danno al momento registrato sarebbe la rottura di una vetrina nel centro di Sannazzaro».

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