martedì 6 novembre 2018
Dopo la sentenza della Corte di giustizia del Lussemburgo: Domande&Risposte per capire
L'Europa, l'Ici, la Chiesa, il non profit: ecco cosa è successo
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La Commissione Europea sbagliò a non chiedere all’Italia il recupero dell’Ici (Imposta comunale sugli immobili, sostituita poi dall’Imu) non versata da enti non profit, inclusi gli enti ecclesiastici, e dunque andrebbe verificata la possibilità di recuperare le somme dovute. A stabilirlo è una sentenza della Corte di giustizia Ue. Ecco una guida per capire meglio la questione.

Che cosa prevedeva la legge sull’Ici?

L’Imposta comunale sugli immobili è stata istituita nel 1992 per tassare il patrimonio immobiliare. La legge sull’Ici esentava una lunga lista di strutture, e tra queste vi erano anche gli immobili posseduti da enti non commerciali, cioè non profit, ma solo a patto che all’interno vi si svolgessero esclusivamente attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive, nonché attività di religione e di culto. Dunque le esenzioni riguardavano gli immobili di tutti gli enti non profit, non solo quelli di proprietà della Chiesa. Inoltre, alberghi o ristoranti non erano affatto esenti dall’Ici, anche se gestiti da enti non profit o realtà ecclesiastiche.

Perché le esenzioni Ici al non profit sono state messe in discussione?

A partire dal 2006 la Commissione europea ha ricevuto una serie di denunce che contestavano la legittimità delle esenzioni Ici al non profit. L’iniziativa nasceva dal partito radicale e ha prodotto un lungo contenzioso con Bruxelles. Tra i soggetti che negli anni si sono distinti nel braccio di ferro anche due realtà che si ritenevano danneggiate dalla disparità di trattamento: una scuola elementare non statale di Roma intitolata a Maria Montessori e un Bed&Breakfast toscano. A loro giudizio le esenzioni concesse alle scuole paritarie non profit o alle strutture di turismo sociale li avrebbero sfavoriti.

Qual è stata la risposta della Commissione europea?

Il 19 dicembre 2012 la Commissione europea ha emanato una decisione nella quale, alla luce delle norme Ue sugli aiuti di Stato, ha considerato effettivamente illegittime alcune delle agevolazioni Ici. Bruxelles non ha messo in discussione i sostegni alle attività sociali, ma ha rilevato che per il diritto europeo non potevano essere concessi in quel modo, cioè sulla base dell’assenza dello scopo di lucro di un’attività economica. Allo stesso tempo la Commissione ha poi riconosciuto che sarebbe stato impossibile per l’Italia recuperare le somme a causa della difficoltà di ricostruire il dovuto dalle banche dati catastali e fiscali. Inoltre ha "promosso" le agevolazioni della "nuova" imposta che dal 2012 ha sostituito l’Ici, cioè l’Imu.

A quanto ammonta l’Ici che lo Stato non aveva previsto di incassare?

Da sempre circolano cifre fantasiose su quanta Ici sarebbe stata scontata agli enti non profit. In queste ore si parla di 5 miliardi come stima dell’Associazione dei Comuni italiani (Anci). In realtà l’ufficio studi Anci non ha mai fornito cifre in merito. Il Tesoro, invece, qualche anno fa, con il gruppo di lavoro sull’erosione fiscale ha calcolato che tutte le esenzioni Ici concesse a tutto il non profit italiano siano ammontate a circa 100 milioni l’anno. Va precisato che non si tratta di somme evase, ma di imposte che lo Stato italiano non ha mai richiesto agli enti non profit.

Che cosa dice ora la sentenza della Corte di giustizia dell’Ue?

La Corte di giustizia di Lussemburgo ha confermato che gli aiuti della nuova Imu concessi alle attività sociali sono conformi al diritto europeo, ma ha annullato la decisione con cui la Commissione aveva giudicato impossibile recuperare gli sconti della "vecchia" Ici sulle attività economiche del non profit. Questo perché, secondo i giudici del Lussemburgo, l’Italia avrebbe potuto trovare modalità alternative per riscuotere almeno parte delle somme. Cosa succede ora è difficile da prevedere, tra calcoli da fare, impossibilità di ricostruire dati del passato, prescrizioni fiscali, valutazioni politiche o altro.

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