sabato 4 dicembre 2021
Rientrato da Tel Aviv. Ora lo aspetta una vita normale: a scuola dalle Canossiane, a casa con i cuginetti e il gatto
Il piccolo Eitan all'arrivo allo scalo di Orio al Serio in provincia di Bergamo

Il piccolo Eitan all'arrivo allo scalo di Orio al Serio in provincia di Bergamo - Ansa

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È tornato in Italia ieri sera, a 84 giorni dal rapimento. Per Eitan ricomincia una nuova vita. Il suo lungo calvario dovrebbe essere finito. Il poliziotto della Squadra Mobile di Pavia, Andrea Lenoci, che ha portato in braccio a casa Eitan ha raccontato che il bambino "era felice" e che gli ha detto "sono contento di essere tornato a casa".

Come stabilito dai giudici israeliani, d’accordo con i colleghi italiani, il piccolo, sei anni, unico sopravvissuto della strage del Mottarone (dove ha perso i genitori e il fratello minore), avrà di nuovo – seppure provvisoriamente – come punto di riferimento la zia paterna Aya Biran Niurko, nominata subito dopo l’incidente della funivia sua tutrice, ed è rientrato nella villetta di Travacò Siccomario, vicino Pavia, dove è cresciuto da quando aveva un mese.

Il bambino è partito alle 18 dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv per arrivare allo scalo di Bergamo Orio al Serio verso le 22 e da qui, accompagnato dagli zii Aya e Or, e dalle due cuginette, ha raggiunto l’abitazione della famiglia nel Pavese. Tutti e quattro l’avevano raggiunto nello Stato mediorientale all’indomani del sequestro per il quale sono indagati i nonni materni, Shmuel Peleg e Ester Coen Peleg e un loro presunto complice. Eitan è già stato iscritto alla prima elementare della scuola delle Canossiane e nei prossimi giorni potrà partecipare alle lezioni. «Dopo 84 giorni da quando è stato allontanato illegalmente dalla sua casa, Eitan tornerà ora alla routine della sua vita, a tutti gli ambienti medici, terapeutici ed educativi, ai suoi amici del quartiere e alla scuola, alla comunità in cui è cresciuto, e al suo adorato gatto Oliver» ha spiegato il portavoce della famiglia Biran.

Ben tre gradi di giudizio dei tribunali israeliani, fino alla Corte Suprema di Tel Aviv, hanno dato torto al nonno che avrebbe violato, fra l’altro, la stessa Convenzione dell’Aja che tutela i minori. Ora i nonni materni potranno tentare di far valere le loro convinzioni sul futuro dei nipote di fronte ai giudici italiani, ma intanto dovranno rispondere dei gravi reati di cui sono accusati. Si attende in merito anche una decisione da parte del tribunale per i minorenni di Milano.

Il nonno Pelag è destinatario di un mandato d’arresto internazionale. Arrestato a Cipro, e rilasciato dietro cauzione, invece, il presunto complice di Peleg, il “soldato” dell’agenzia di contractor statunitense Blackwater, Gabriel Alon Abutbul, anche lui israeliano e nei cui confronti è in corso il procedimento di estradizione: l’uomo avrebbe fatto da autista nella fuga verso la Svizzera da dove partì l’aereo privato che ha condotto Eitan a Tel Aviv. Quello che conta, ora, è la privacy del bambino, come hanno precisato avvocati e familiari: «Eitan ha bisogno di serenità e tranquillità, insieme alla sua famiglia per affrontare un delicato percorso di recupero».

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